I media difendono o uccidono la democrazia?

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I mass media – giornali, radio, televisione e siti web – svolgono, o dovrebbero svolgere, un ruolo fondamentale nel garantire la partecipazione dei cittadini alla vita politica e sociale del Paese e, contemporaneamente, nel controllare il potere. Attraverso inchieste e “domande scomode”, i giornalisti possono investigare su chi detiene il potere, mettendo in luce eventuali abusi, corruzione o comportamenti illeciti delle istituzioni pubbliche o private. In questo modo, la stampa contribuisce a garantire la trasparenza delle istituzioni.

Il pluralismo dell’informazione è essenziale per una democrazia sana e vitale, poiché consente ai cittadini di confrontare diverse prospettive e formarsi un’opinione critica e informata. Per questo motivo, in una vera democrazia, la stampa è tutelata a livello costituzionale: la Costituzione italiana, la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani e la Carta dei Diritti Fondamentali dell’Unione Europea proteggono la libertà di opinione e di espressione – e dunque anche la libertà di stampa.

Il legame tra democrazia e stampa libera è dunque indissolubile. Senza una stampa libera, la democrazia non può esistere. Se la democrazia significa mettere nelle “mani del popolo” il potere di scegliere i propri rappresentanti, è essenziale che il cittadino-elettore sia informato sulle proposte politiche di tutti i partiti e sul comportamento degli eletti. Il potere dei mass media è positivo solo se viene utilizzato per comunicare la verità.

Proprio per questo ruolo cruciale, la stampa è minacciata in molti paesi, sia “totalitari” che “democratici”. Chi detiene il potere, infatti, tende a volerlo conservare, cercando così di controllare i mass media per censurare le voci di dissenso e alimentare il culto della propria persona, imporre o cancellare temi di dibattito politico e sociale.

Un problema significativo per la democrazia è rappresentato dalla concentrazione della proprietà dei mezzi di comunicazione in poche mani, come nel caso di Mediaset e RAI. A questo si aggiunge la presenza di editori non indipendenti, ovvero direttamente coinvolti nel potere economico, finanziario o politico.

Ad esempio, “Il Sole 24 Ore” è edito da Confindustria; “La Repubblica”, “La Stampa” e il “Secolo XIX” sono di proprietà della famiglia Agnelli-Elkann attraverso la società GEDI, controllata da EXOR, la cassaforte della famiglia; “Avvenire” è pubblicato dai vescovi della Conferenza Episcopale Italiana (CEI); “Il Messaggero” e “Il Mattino” sono di proprietà di Francesco Gaetano Caltagirone, noto imprenditore romano delle costruzioni e suocero di Pier Ferdinando Casini; infine, “Libero”, “Il Tempo” e “Il Giornale” sono controllati da Antonio Angelucci, deputato della Lega Nord e imprenditore nel settore della sanità privata.

Tutti questi elementi rendono l’informazione poco credibile, poiché spesso finisce per essere “partigiana”, ovvero mirata a difendere interessi specifici. È per questo motivo che è essenziale una lettura critica di tali giornali, per comprendere i messaggi che realmente trasmettono.

Per difendere la democrazia, è necessario sostenere la stampa pura e indipendente sia attraverso contributi pubblici che con donazioni private. E’ probabilmente opportuno anche abolire istituti corporativistici, come l’albo dei giornalisti, che limitano l’offerta informativa. E’ fondamentale, inoltre, tutelare “chi scrive” dalle intimidazioni e minacce, in qualsiasi forma esse si manifestino. Solo così potremo garantire un’informazione davvero libera e pluralista, capace di servire gli interessi di tutti i cittadini e non di pochi potenti.

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Riferimenti normativi:

  • Costituzione della Repubblica Italiana, articolo 21: “Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione”;
  • Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, articolo 19: “Ogni individuo ha diritto alla libertà di opinione e di espressione, incluso il diritto di non essere molestato per la propria opinione”;
  • Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo, articolo 10: “Ogni individuo ha diritto alla libertà di espressione. Questo diritto include la libertà di ricevere e di comunicare informazioni senza interferenze da parte di pubbliche autorità e senza riguardo a frontiere”.
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Natale Salvo

Nato e cresciuto nella terra del “Gattopardo”, la Sicilia. Ha dedicato la propria esistenza all'impegno sociale. Allenatore di una squadretta di calcio di periferia, presidente del circolo di Legambiente, candidato sindaco per il Partito Umanista. Infine blogger d’inchiesta; ha pagato le sue denunce di cattiva amministrazione con una persecuzione per via giudiziaria. E' autore del libro "La rivoluzione copernicana chiamata Reddito di Base", edito da Multimage, Firenze.

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