I (veri) pericoli annidati nei social (seconda parte).

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Nell’ultimo intervento teorizzavo rispetto ai pericoli che si annidano nei social, evidenziando in particolare il fatto che tramite i social i governi riescono a disinnescare ogni minima forma di dissidio sociale.

Ci sono anche modi molto diretti per ottenere questo risultato.

Vediamone uno.

Parliamo di quei post che distorcono la verità con il pretesto di far sorridere o ridere, ma in realtà spandendo una quantità di inesattezze enorme, alla stessa stregua delle fake news (altra piaga dei social, di cui parlerò nella terza parte di questo lungo post).

Vediamo un esempio pratico, che aiuta sempre a comprendere le questioni.
Guardiamo questo post, apparso molto di recente, sull’onda delle contestazioni dovute alla presentazione, da parte del Presidente del Consiglio, delle norme relative alla cosiddetta fase 2.
(Ce ne sono diverse versioni, nessuna è quella originale, o almeno non sono stato in grado di trovarla. Riporto qui la più diffusa.)

POPOLO ITALIANO

Al principio fu una leggera riduzione degli orari di bar e ristoranti e la chiusura delle scuole.
E il popolo insorse: “bisogna chiudere tutto altrimenti ci ammaleremo in troppi”.
Poi fu la volta della chiusura totale.
E il popolo insorse: “bisogna riaprire tutto o per l’economia sarà un disastro”.
Poi si dispose la chiusura anche delle Chiese, né cerimonie né funerali.
E il popolo insorse: “non possiamo nemmeno dire addio ai nostri defunti?
Allora fu disposta la possibilità di celebrare i funerali.
E il popolo insorse: “eh si solo 15 parenti? E il cugino della cognata di mio fratello non deve venire?
Si limitarono anche le uscite lavorative chiudendo fabbriche e aziende.
E il popolo insorse: “come arriviamo a fine mese?
Allora fu garantita la cassa integrazione e prima 600, poi 800 euro al mese per gli autonomi.
E il popolo insorse: “che ci facciamo con questa elemosina?
Allora fu stabilito che si poteva gradualmente tornare a lavorare.
E il popolo insorse: “si certo e i figli chi ce li tiene adesso?
Allora si fece il buono baby sitter.
E il popolo insorse: “dove trovo una persona fidata a cui lasciare i miei figli?
Fu stabilito che le mascherine fossero necessarie nella prevenzione del virus.
E il popolo insorse: “dove le troviamo ? E poi costano troppo bastardi speculatori …
Allora fu stabilito un prezzo fisso contenuto di 0,50 cent ed eliminata l’IVA sulle stesse.
E il popolo insorse: “chissà che tipologia saranno e poi io la voglio gratis e al mio domicilio”.
Fu chiesto un prestito senza condizioni all’Europa, perché siamo già pieni di debiti e squattrinati dagli anni 60.
E il popolo insorse: “lo pagheremo per decenni, l’economia crollerà, non ce la faremo mai, governo di merda …
Furono sospese per alcuni mesi tasse e mutui.
Ma il popolo insorse: “dovete regalarci la casa, non farci pagare mai più le bollette, però vogliamo i servizi e la sanità perfetta adeguata e funzionante”.
………………………………………………………….

Poi fu chiesto loro se volessero in salvo Gesù o Barabba… scelsero Barabba.

Fa sorridere, vero?
Ma se si va oltre il sorriso, e si prova ad analizzare la questione in un modo un po’ più articolato e consapevole, subito si smette di ridere e si diventa seri.
Quali i pericoli in un post come questo?

Ce n’è un’infinità.
Al di là della enorme quantità di inesattezze, di semplificazioni e di forzature presenti (che si potrebbero anche concedere come prezzo da pagare per la battuta umoristica), contiene una lunga teoria di pericoli che non si può far finta di non vedere.
Proviamo ad andare con ordine.

Partiamo da quello che è il meccanismo ripetitivo principale del post: quell’ “e il popolo insorse”.
Insorse?
Andiamo sulla Treccani.
Insorgere: di popolazioni o gruppi sociali, sollevarsi, ribellarsi contro un’autorità, un potere costituito o in genere contro un oppressore; fare un’insurrezione.

Questo significa “insorgere”

E poi gli esempi: Milano nel 1848 insorse contro gli Austriaci; i contadini insorgevano contro i feudatari; insorgere in armi contro gli invasori.
Ne deriva il termine insurrezione:Movimento collettivo di ribellione, in genere violenta, contro un’autorità; in particolare: sollevazione in armi”.

Questa è una “insurrezione”

In armi?

A qualcuno risulta che sia successo qualcosa del genere in Italia, a valle della conferenza stampa che ha dato le (paternalistiche e confuse) linee guida della Fase 2? E più in generale, a qualcuno risulta niente di simile in Itala, a valle di quel lontanissimo 1848, unica volta in cui il popolo italiano ha veramente pensato di usare il termine insorgere?
Parlare di “il popolo insorse” in questo contesto fa credere a chi legge due cose, entrambe false e pericolosissime:

  • che il popolo italiano sia un popolo che insorge;
  • che insorgere significhi fare un post incazzato su Facebook (o scrivere un post incazzato su un blog).

L’una conseguenza è più pericolosa dell’altra. Entrambe disinnescano dalle fondamenta ogni germe di ribellione che ci possa essere in un popolo.

Come se non bastassero queste due considerazioni, già secondo me devastanti, possiamo aggiungerne molte altre.

  • Si fa credere che tutto quello che il Governo ha deciso in questi giorni sia stato deciso sull’onda di quanto “ordinato” dal popolo: ossia si fa credere che il Governo abbia ascoltato il popolo “che insorgeva”. Cosa questa che è anzitutto falsa, ma secondariamente pericolosa, perché induce automaticamente a poter dire che, se qualcosa non ha funzionato, la colpa è del popolo, di cui il Governo non ha fatto altro che esaudire le richieste.
  • Si dà l’impressione di un popolo enormemente superficiale, perché non si spiegano mai i motivi di ciò che il popolo “chiede”. Si dà cioè, l’impressione che il popolo “insorga” (abbiamo già commentato l’assurdità di questo verbo) così, per capriccio, senza reali necessità: chiedono i 600 Euro tanto per fare qualcosa, non perché non sanno come mangiare.
  • Ancora, si dà l’impressione che sia il popolo a cambiare bizzarramente idea. Ossia che non sia lecito aspettarsi qualcosa dalle decisioni prese. “Bisogna chiudere tutto”. E subito dopo “Bisogna riaprire tutto”. Senza dire che sono passati mesi, mesi in cui il governo avrebbe dovuto fare un’infinità di cose che NON sono state fatte, mesi in cui chi è rimasto chiuso è stato ridotto alla fame. Niente, si trascura tutto. E’ il popolo colpevole che cambia idea così, a capriccio.
  • Non si entra mai nel merito dei provvedimenti. Non si spiega mai perché quei 600 Euro al mese siano una cosa offensiva, prima ancora che inutile, perché il bonus baby sitter sia una sciocchezza immane (presupporrebbe l’esistenza di un esercito di baby sitter che, ovviamente, non esiste), eccetera.
  • Si sorvola, ovviamente, ribaltando completamente i termini della questione, su operazioni vergognose come quella sul prezzo delle mascherine, più che quintuplicato in realtà, ma spacciato come calmierato (il popolo che “insorge” spesso è “ingrato” e non capisce i nobili sforzi di chi governa).
  • Si arriva, nel crescendo di comicità irresistibile, a dire cose non vere, che nessuno si è mai sognato neanche di pensare, nemmeno nelle insurrezioni da social. Ma il popolo insorse: “vogliamo le mascherine a domicilio” oppure “dovete regalarci la casa, non farci pagare mai più le bollette”. Cose false. Ma il climax è stato costruito così sapientemente che chi legge penserà che siano richieste vere, fatte dai pazzi insurrezionalisti.

Il finale … boh … il finale non l’ho capito. E’ del tutto fuori contesto, e non si capisce cosa voglia dimostrare. E’ anche anti-storico, tra l’altro.
Si vuole dimostrare che il popolo sbaglia sempre? Ma se il popolo avesse scelto Gesù, e non Barabba………. 2000 anni di dominazione cattolica quando mai sarebbero stati possibili?

Bisogna porre attenzione, un’attenzione estrema, rispetto alla deriva civica che i social stanno portando con sé.
Ma le armi a disposizione di chi questo pericolo lo sta vedendo sono poche, troppo poche, e troppo poco appuntite. Perché… vuoi mettere la potenza di quel popolo che insorse?

Crediti: nell’ordine di presentazione, Photo by NordWood Themes on Unsplash, AP Photo/Jeff Widener/LaPresse, Photo by Randy Colas on Unsplash, Photo by thom masat on Unsplash.

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