ID Digitale: entro il 2026 lo stato centralizzerà tutti i nostri dati
« Il Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) ha, tra i suoi obiettivi, quello di diffondere l’ID digitale, assicurando che venga utilizzata entro il 2026 dal 70% della popolazione » [1].
Dal lato della Pubblica Amministrazione, entro lo stesso anno, l’obiettivo è che « almeno l’80% dei servizi pubblici essenziali sia erogato online » [2].
Uno di questi, sicuramente comodo, è quello del cambio di residenza online ottenibile tramite dal portale dell’Anagrafe Nazionale della Popolazione Residente (ANPR), già partito lo scorso 1 febbraio per 39 Comuni “apripista” e che sarà gradualmente esteso a tutti i Comuni italiani [3].
Conseguentemente, « il 27% * delle risorse totali del Piano nazionale di ripresa e resilienza sono dedicate alla transizione digitale. All’interno del Piano si sviluppa su due assi la nostra strategia per l’Italia digitale:
- Il primo asse riguarda le infrastrutture digitali e la connettività a banda ultra larga.
- Il secondo riguarda tutti quegli interventi volti a trasformare la Pubblica Amministrazione in chiave digitale » [4].
In sostanza, si vuole « realizzare pienamente la Gigabit Society ».
Dall’ID Digitale all’analisi dei dati da parte della polizia del pensiero il passo è breve
« La creazione di un unico profilo digitale, farà sì che le informazioni sui cittadini siano a disposizione “una volta per tutte” per le amministrazioni in modo immediato. La piena interoperabilità dei dati della Pubblica Amministrazione comporterà un esteso utilizzo dell’Identità e del Domicilio Digitale » [2].
« Ciò passa attraverso il garantire entro il 2030 [ ma « l’ambizione dell’Italia è di raggiungere gli obiettivi entro il 2026 », NdR ] una connettività a 1 Gbps per tutti e la piena copertura 5G delle aree popolate ».
« Disporre di grandi quantità di informazioni abiliterà l’utilizzo di strumenti di analisi ». Pertanto – spiega il Ministero per la transazione digitale – « si investe nell’immissione di nuovo personale sia nelle aree di pubblica sicurezza e polizia giudiziaria, dedicate alla prevenzione e investigazione del crimine informatico » [5] .
In proposito, non va dimenticato che l’Unione Europea, con la scusa della lotta alla disinformazione, starebbe per imporre l’uso dell’ID Digitale anche per autenticarsi sui Social Network.
Tutto bello, se e sono se i nostri dati – anagrafici, sanitari, di giustizia, lavorativi, previdenziali – non siano impiegati contro il cittadino. Il rischio, infatti, sarà quello di vivere in un mondo distopico della “sorveglianza di massa“, del controllo totale e del transumanesimo ( l’interfacciamento della mente e del corpo con le macchine ).
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Fonti e Note:
Credits: Photo by Mo on Unsplash
* 6,74 miliardi di euro nella digitalizzazione della Pubblica Amministrazione e 6,71 miliardi di euro in reti ultraveloci.
[1] Ministero dell’Innovazione, “L’identità digitale nel PNRR”.
[2] Ministero dell’Innovazione, “Dati e interoperabilità”.
[3] Ministero dell’Interno – Anagrafe Nazionale della Popolazione Residente (ANPR), “Dichiarazione cambio residenza”.
[4] Ministero dell’Innovazione, “Il Piano nazionale di ripresa e resilienza”.
[5] Ministero dell’Innovazione, “Il ruolo strategico della Cybersecurity”.
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