Il lato oscuro del Covid: i verbali riservati del CTS
« Evitare che i numeri arrivino alla stampa » e non che l’epidemia di Sars-Cov-2 si diffondesse, era questa la preoccupazione del Comitato Tecnico-Scientifico ( CTS ) governativo che oggi emerge dalla lettura del verbale n. 8 del 24 febbraio 2020. In particolare, in quel caso, il Comitato si riferiva « al piano per l’allestimento delle rianimazioni ».
Quale era il motivo di tale riservatezza? Quello di difendere la gestione politica della Sanità Pubblica e le scelte del governo durante l’emergenza Covid 19?
Il generale : riservatezza sui verbali per ragioni di sicurezza nazionale
L’avversione alla trasparenza delle discussioni all’interno del Comitato, resta però attuale se, ancora lo scorso 18 settembre, il dottor Goffredo Zaccardi, capo di gabinetto del Ministero della Salute, faceva verbalizzare: si « sollecita [per i membri del Comitato, NdR ] il rispetto delle regole di riservatezza, censurando comportamenti incentrati sulla diffusione all’esterno di documenti del CTS ».
Ancora più singolare appare, in proposito, l’intervento del generale Bonfiglio, componente del NATO-UEO del DPC (!), che, intervenuto il 5 marzo (verbale n. 19) in sede di CTS – su probabile invito del ministro Speranza – ebbe addirittura a richiamare l’osservanza della Legge 124/2007, quella sulla sicurezza nazionale ed i segreti di stato.
Quali sarebbero quelle informazioni riservate trattate dal Comitato tali da mettere a rischio la sicurezza nazionale e addirittura da richiedere la presenza di generali NATO nelle riunioni?
I liberali della Einaudi dietro la desecretazione dei verbali del CTS
Dopo la battaglia legale condotta dal pool di giuristi della Fondazione Luigi Einaudi, da metà settembre però i verbali del CTS sono in parte pubblici. Li si può esaminare sul sito web del Repository Github.
Sono, naturalmente, ancora presenti alcuni omissis rispetto a nomi di persone, aziende e prodotti e ad alcuni documenti allegati.
La limitazione più grave, tuttavia, è quella della non attualità delle informazioni. I verbali vengono pubblicati, infatti, con almeno 45 giorni di ritardo rispetto allo svolgimento della riunione. Ad oggi, in particolare, l’ultimo verbale reso pubblico porta la data del 18 settembre.
Il consistente ritardo impedisce di collegare direttamente i provvedimenti del governo ( vedi DPCM ) alle “indicazioni degli scienziati” spesso addotte a giustificazione dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte nelle sue frequenti apparizioni televisive che accompagnano le restrizioni dei Diritti Umani da lui deliberati.
I componenti del CTS? Dei negazionisti !
La faticosa pubblicazione, comunque avvenuta, consente al lettore, sia pure a posteriori, di verificare il buon andamento della Pubblica Amministrazione previsto dall’articolo 97 Costituzione.
La verifica storica dei verbali, sorprendentemente, ci consegna diverse affermazioni che oggi comporterebbero l’attribuzione dello pseudonimo di “negazionista” ad ogni componente il Comitato Tecnico-Scientifico ( CTS ):
- tanto sull’inutilità dei tamponi agli asintomatici,
- che sull’uso delle mascherine,
- sull’inutilità dei test sierologici rapidi,
- e, soprattutto, sulla corretta, o meno, attribuzione al Covid-19 di tutti i decessi inizialmente imputati all’epidemia.
Il dettaglio di alcuni di questi lo pubblico in “I verbali del CTS : I membri oggi sarebbero chiamati negazionisti“.
Una visione “negazionista” poi evolutasi nel tempo certo, ma non è chiaro, a questo punto, se su input puramente tecnico o semplicemente politico.
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