Infortuni mortali sul lavoro: sono già 46 solo in gennaio
A gennaio 2022 sono 46 le vittime da infortuni sul lavoro registrate in Italia; di queste, sono 33 quelle rilevate in occasione di lavoro (erano 34 a gennaio del 2021), mentre sono 13 sono quelle decedute a causa di un incidente in itinere (erano 7). Quasi raddoppiate.
« Il 2022 si apre con un tragico bilancio per le morti da infortuni sul lavoro. Sono già 46 le vittime. Cinque decessi in più rispetto a gennaio 2021, in una situazione in cui la pandemia da COVID19 influisce sempre meno sugli infortuni sul lavoro ».
« Numeri drammatici che raccontano il dolore di altrettante famiglie. E sono in crescita del 47% le denunce totali di infortuni sul lavoro ».
Mauro Rossato, Presidente dell’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro Vega Engineering di Mestre, legge così il primo triste bilancio dell’anno.
E’ l’indice di incidenza della mortalità – cioè il rapporto degli infortuni mortali rispetto alla popolazione lavorativa – a descrivere correttamente e obiettivamente l’emergenza, regione per regione.
Puglia, Molise e Sicilia in “zona rossa” per infortuni sul lavoro
A finire in zona rossa al termine del primo mese del 2022 con un’incidenza maggiore del 25% rispetto alla media nazionale ( Im=Indice incidenza medio, pari a 1,4 morti ogni milione di lavoratori ) sono:
- Molise, incidenza 9,5 morti ogni milione di lavoratori,
- Sicilia, incidenza 3 morti ogni milione di lavoratori,
- Puglia, incidenza 2,5 morti ogni milione di lavoratori,
- Trentino Alto Adige,
- Emilia Romagna,
- e Friuli Venezia Giulia.
Numeri assoluti e incidenze producono graduatorie differenti. Tant’è che a guidare la classifica del maggior numero di vittime da infortuni sul lavoro è la Lombardia (7), la regione con la maggior popolazione lavorativa in Italia.
Seguono: Sicilia ed Emilia Romagna (4), Puglia e Lazio (3).
La fascia d’età più colpita dagli infortuni sul lavoro mortali è quella tra i 55 e i 64 anni ( 11 su un totale di 33 ), che presenta un indice di mortalità per milione pari a 2,4. Questo dimostra come la fascia di età soprattutto dei lavoratori più maturi ed esperti, sia quella più a rischio di infortunio mortale.
Aspetto da tenere in considerazione vista la propensione del legislatore di posticipare l’età di pensionamento.
Sotto osservazione, anche, la fascia 15-24 anni, quella più giovane e inesperta con un’indice di mortali su un milione di occupati pari a 2.
Vera tragedia , aumentare la cultura della sicurezza e lavorare tutti per il pubblico, dove non ci sono rischi ,mentre nel privato i morti sono per la totalità