ISS, Covid: tanti vaccinati in “intensiva” (56%) e morti (65%)
Da due settimane la propaganda del regime, tramite i mezzi di comunicazione di massa, a sostegno delle vaccinazioni anti Covid, promossa dal consueto terrorismo informativo è cessata per fare spazio alla propaganda bellicista anti-Russia.
In verità il regime ha sempre più difficoltà nel manipolare i dati per sostenere la propria tesi.
Sono stati, infatti, appena pubblicati i nuovi dati da parte dell’Istituto Superiore di Sanità [1].
L’ente stesso ammette che, dalla lettura dei dei dati ufficiali, appare che « il numero assoluto di infezioni, ospedalizzazioni e decessi può essere simile, se non maggiore, tra i vaccinati rispetto ai non vaccinati ».
Terapia Intensiva: Tra i malati Covid che le occupano, il 56% sono vaccinati
In effetti, secondo i dati dell’ISS, sono “solo” 11.144 i non vaccinati ospedalizzati nel periodo 14 gennaio – 13 febbraio 2022 e sono “solo” 941 i non vaccinati che occupano i posti di terapia intensiva tanto cari alla propaganda anti-novax.
Al contrario, secondo la stessa fonte ufficiale, sono 25.378 i vaccinati ( con una o più dosi ) ospedalizzati nel medesimo periodo e, tra questi, 1.188 i vaccinati che occupano i posti di terapia intensiva.
L’Istituto Superiore di Sanità s’affretta a spiegare che si tratta dell’effetto da esso battezzato “paradosso”, cioè dovuto al fatto che i vaccinati sono 8-9 volte numericamente di più rispetto alla minima parte di popolazione non vaccinata.
Spiegazione debole quando, contemporaneamente, in “tabella 6” del report, si afferma che l’efficacia vaccinale rispetto alla diagnosi dell’infezione giunge addirittura fino al 78,5% negli over 80 trivaccinati ( per poi crollare fino ad appena al 36,5% nella fascia 12-29 anni ).
ISS: il 65% dei decessi da Covid colpisce i vaccinati
La relazione ci condivide anche il dato dei decessi, in questo caso relativi al periodo 7 gennaio – 6 febbraio 2022. Sono 3.198 tra i non vaccinati morti per/con Covid e 5.838 tra i variamente vaccinati.
A scanso di equivoci e di risolini: nei periodi già indicati, 533 sono erano i soggetti in terapia intensiva trivaccinati, e 2.677 sono i soggetti deceduti per Covid benché sempre trivaccinati ! Risalta il fatto che i trivaccinati muoiano senza neanche passare dalla terapia intensiva!
Di positivo, tra i dati forniti dall’istituto Superiore di Sanità (ISS) il fatto che « in Italia il 31 gennaio 2022 la variante Omicron era predominante, con una prevalenza stimata del 99,1% » nonché che « la percentuale di casi segnalati con stato clinico iniziale asintomatico è pari circa al 69% ». Insomma i contagi vengono scoperti spesso in maniera casuale ( tamponi ) al primo stadio e quindi l’eventuale peggioramento dell’ammalato viene prevenuto dalle terapie domiciliari precoci ( quelle che il Ministero della Sanità non riconosce ma che invece, grazie ai Social, oramai sono diffusissime ).
L’Istituto Superiore di Sanità spinge la vaccinazione agli under 19
Il rapporto dedica un’ampia attenzione ai soggetti della fascia scolare, spesso non vaccinati quindi: « dalla seconda decade di gennaio stabile al 29% la percentuale dei casi segnalati nella popolazione in età scolare rispetto al resto della popolazione ». Sono loro i “diffusori”, gli “untori”, sembra dire.
Un modo per spingere la politica verso un’obbligo vaccinale dei più piccoli pur se questo è totalmente inutile per loro stessi ( 49 decessi e 344 ricoveri in terapia intensiva da inizio pandemia, di cui 14 decessi e 71 intesive nella fascia 5-11 anni ) che risultano indietro nelle vaccinazioni ( solo circa il 31% hanno completano il ciclo vaccinale delle due dosi ).
In verità essi stessi sembrano smentirsi. Analizzando la “tabella 4B“, infatti, si rileva che sono 4.544 i contagiati nella fascia 12-39 anni su un totale di 36.522. La fascia 12-39 anni, cioè, rappresenta appena il 12,44%. E’ lecito immaginare che la fascia 12-19 possa rappresentare, al più, il 4-5% dei contagi.
Reinfezioni: donne e giovani più a rischio di contagio
La relazione riporta altri interessanti dati.
Primo tra tutti quello delle reinfezioni: « dal 24 agosto 2021 al 2 marzo 2022 sono stati segnalati 241.753 casi di reinfezione, pari a 3% del totale dei casi notificati ». Effetto dovuto, scrive ISS, dalla « diffusione della variante Omicron ». Noi riteniamo sottostimato questo dato.
Appare altresì interessante sapere che il maggiore rischio di reinfezione avviene « nelle femmine rispetto ai maschi ». L’ISS spiega che ciò sia dovuto « alla maggior presenza di donne in ambito scolastico (>80%) » e alla « funzione di caregiver in ambito famigliare ».
Inoltre la reinfezione avviene più spesso « nelle fasce di età più giovani (dai 12 ai 49 anni) », verosimilmente « è attribuibile a comportamenti ed esposizioni a maggior rischio ». In poche parole, col greenpass in mano i più giovani hanno maggiore vita sociale ( bar, ristoranti, palestre, etc ) e quindi comportamenti a rischio.
I dati ISS bocciano validità sanitaria del greenpass
Dati, presi nel loro assieme, che certificano il fallimento del “certificato verde” e della necessità, invece, di prevedere strutturali decisioni di prevenzione igienica: riduzione degli assembramenti al chiuso, ovvero del numero di soggetti contemporaneamente presenti in bar, ristoranti, palestre, etc. nonché dell’obbligatoria previsione di sistemi di rilevazione dell’aria viziata ( rilevatori C02 che allarmino al superamento del limite di 900-1000 come ci sono all’estero e si vendono a meno di 100 cento su Amazon ) e di ventilazione ( obbligo di finestre/porte aperte, aspiratori etc ).
Erano queste le misure da prendere sin dall’inizio. Si è preferita la via di stracciare la Costituzione e quella di accusare i non vaccinati. L’esito? I 300 morti ogni giorno che continuano a risultare in media.
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Fonti e Note:
[1] Istituto Superiore di Sanità, 4 marzo 2022, “Report esteso iss covid-19: sorveglianza, impatto delle infezioni ed efficacia vaccinale – aggiornamento del 2 marzo 2022”. ( scarica qui il PDF del ” Rapporto ISS del 2 marzo 2022 ” ).
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