Je suis Ucraina? Ipocrisia portami via
« C’è solo abbondanza di maschere. Je suis Paris, je suis Charlie. Je suis l’amor, il est gratuit. Ipocrisia portami via … ». E un refrain di un brano del cantautore Emanuele Aloia, “Ipocrisia” ( 2021 ).
Come non pensare all’ipocrisia umana, in generale, dei politicanti al potere in Italia e dei mass media loro asserviti in particolare, osservando gli ossessionanti notiziari e talk show sul conflitto in Ucraina?
La spettacolarizzazione dei drammi umani non è già essa stessa una ipocrisia?
E come definire se non con la parola “ipocrisia” tutte questa attenzione “umanitaria” rispetto agli ucraini, solo perché virtuali alleati della NATO?
Le emergenze umanitarie di cui non vi parla nessuna tivù italiana
Perché politicanti, giornalisti ed esperti da “talk show”, si girano dall’altra parte quando, contemporaneamente, a morire, ad essere bombardati e invasi, stuprati o torturati, a soffrire in genere di emergenze umanitarie, sono popoli come quelli della
- Palestina,
- Siria,
- Yemen,
- del Tigray,
- o i prigionieri nei campi della Libia?
Eppure di quei paesi lì da anni non mancano le denunce, da parte di “Save the Children” o di “Medici senza Frontiere”, di bombardamenti su obiettivi civili, di bambini uccisi, di scuole distrutte, di popoli sfollati, di famiglie senza cibo e medicine, di stupri.
Denunce cui non seguono appelli, condanne, aiuti, sanzioni contro i paesi colpevoli delle violenze.
Forse perché, in quei casi, a essere i carnefici sono proprio gli Stati Uniti o i loro alleati ( Arabia Saudita, Israele, Turchia, Italia stessa etc. ) e quindi l’establishment che governa il mondo ?
O forse, peggio (?), perché lì a soffrire sono neri, gialli o musulmani?
Forse ha ragione Emanuale Aloia [ ascoltalo cliccando qui ], « Ipocrisia portami via … ».
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Credits: Photo by Abenezer Shewaga on Unsplash
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