La Colombia dice basta al matrimonio infantile

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È un primo passo di civiltà, importante, ma non risolve tutto. In Colombia, il Congresso ha appena approvato una legge che vieta il matrimonio prima dei 18 anni 1. La norma, accolta all’unanimità, è il risultato di 17 anni di lotta da parte di organizzazioni per i diritti umani e responsabili politici. Questa legislazione, chiamata “Sono ragazze, non mogli”, affronta una grave piaga: il matrimonio infantile.

In Colombia – e in gran parte dell’America Latina – bambine e bambini, a volte appena decenni, sono costretti a matrimoni o convivenze legali. Fino ad oggi, una legge del 1887 permetteva di sposarsi già a 14 anni con il consenso dei genitori. Questi matrimoni, spesso imposti dalle famiglie, sono il frutto di condizioni di estrema povertà.

In Colombia, “è completamente normale che ragazze di 12, 13 o 14 anni diventino non solo mogli, ma anche madri”, ha dichiarato Jennifer Pedraza 2, una delle promotrici della legge. I dati confermano questa realtà: il 73,4% di queste unioni avviene con uomini di almeno 20 anni più grandi. Non è raro che ragazze di appena 14 anni abbiano già più figli.

Secondo uno studio del 2015, il 28% delle donne colombiane si è sposato prima dei 18 anni, e un milione di loro prima dei 15. La Colombia è ventesima al mondo per numero di matrimoni infantili, un dato allarmante sottolineato dalla senatrice María José Pizarro.

La nuova legge è un passo importante per tutelare l’infanzia di bambine e bambini. Tuttavia, restano da affrontare le cause profonde di questo fenomeno: povertà, abbandono scolastico, patriarcato e una cultura machista che vede la donna in un ruolo subalterno.

Non mancano le critiche: le comunità indigene – che, insieme a quelle rom e afrodiscendenti, registrano il maggior numero di matrimoni infantili – temono interferenze con le loro tradizioni e rituali.

La strada è lunga, ma questo è un segnale forte: il diritto all’infanzia deve essere garantito per tutti.

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Fonti e Note:

1- EL PAIS, 14 novembre 2024, “Colombia prohíbe el matrimonio infantil: Son niñas, no esposas”.

2 – OPTIMIST DAILY, 21 novembre 2024, “Colombia outlaws child marriage in landmark move”.

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Natale Salvo

Nato e cresciuto nella terra del “Gattopardo”, la Sicilia. Ha dedicato la propria esistenza all'impegno sociale. Allenatore di una squadretta di calcio di periferia, presidente del circolo di Legambiente, candidato sindaco per il Partito Umanista. Infine blogger d’inchiesta; ha pagato le sue denunce di cattiva amministrazione con una persecuzione per via giudiziaria. E' autore del libro "La rivoluzione copernicana chiamata Reddito di Base", edito da Multimage, Firenze.

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4 risposte

  1. Alessandro Rappoccio ha detto:

    La gente deve comprendere che la ritualità del ” si è sempre fatto così ” non deve essere messo sopra come importanza rispetto al diritto del singolo e della comunità.
    L’unica cosa fattibile da attuare è una riforma culturale, affinché le priorità del chi o cosa tutelare venga traslato dalla ” tradizione ” alla persona direttamente interessata.
    Perché la tradizione io lo trovo una scusa, per non voler mettersi in dubbio, ed andare avanti con dei dogmi in quanto tali e non domandarsi nulla in merito.

  2. Natale Salvo ha detto:

    Condivido. Questo ” si è sempre fatto così ” non è altro che la scusa reazionaria che vuole bloccare il progresso della civiltà.

  3. Alessandro ha detto:

    Sincero io più che un cambiamento repentino come quello fatto avrei proposto un cambiamento più graduale per evitare di incorrere in possibili problemi con gli aborigeni

  4. Natale Salvo ha detto:

    La legge da un segnale legale. Da priorità al diritto del bambino, specie d’età inferiore ai 14 anni. Tuttavia, esiste la “scappatoia” della convivenza. E’ solo un passo di un processo culturale. Penso che i diritti tribali non devono ostacolare i diritti civili, specie quelli dell’infanzia. Una bambina di 10-14 anni non dovrebbe avere figli.

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