La NATO compie 76 anni: Italia occupata da 120 basi

Marina Militare

Sarebbero circa «120 le basi e installazioni militari USA-NATO disseminate lungo tutto il territorio italiano». Una presenza massiccia, che continua a distanza di quasi ottant’anni dalla fine della Seconda guerra mondiale, trasformando il nostro Paese in un avamposto strategico per le guerre altrui. Ma la NATO non significa solo basi e truppe straniere: porta con sé anche un’imponente macchina propagandistica, come dimostrano «i “percorsi didattici” allestiti nelle caserme per i giovani studenti», con l’obiettivo di normalizzare la cultura militarista.

Il Coordinamento Nazionale No NATO – a cui partecipano, oltre che associazioni della “società civile”, movimenti politici extraparlamentari come i CARC, Generazioni Future e Resistenza Popolare – ha lanciato «un appello alla mobilitazione» per il prossimo 4-5-6 aprile, in occasione del 76° anniversario dell’Alleanza Atlantica. L’invito è rivolto a ogni realtà contraria alla militarizzazione dell’Italia, affinché si creino momenti di confronto e iniziative concrete in tutto il Paese. Un’esortazione aperta a tutti, senza esclusioni ideologiche, per costruire un fronte ampio contro la subordinazione italiana agli interessi strategici di Washington e Bruxelles.

NATO: Un’alleanza nata per la guerra

Il Coordinamento No NATO ricorda come, in questi 76 anni, l’Alleanza Atlantica sia stata «protagonista di guerre [ricordate Belgrado 1999?, N.d.R.], operazioni di spionaggio, riarmo indiscriminato e devastazioni ambientali causate dalla produzione bellica. Prima giustificate dalla “lotta al comunismo”, poi dall’illusione di “esportare democrazia e progresso” [anche sotto forma di discriminazioni, vedi in Estonia, N.d.R.]» [1], queste operazioni hanno avuto come unico risultato l’instabilità internazionale e l’aumento dei profitti per l’industria delle armi.

Non mancano critiche al governo italiano, in particolare alla maggioranza Meloni-Salvini, che si proclama “sovranista” ma si piega senza esitazione ai diktat di NATO e UE. «Finora ha eseguito ogni ordine, imponendo al Paese politiche economiche di guerra sempre più pesanti, mentre speculatori e produttori di armi raccolgono profitti sulla pelle dei popoli» [1], denuncia il Coordinamento in un comunicato.

Un’Italia senza basi straniere

L’obiettivo dichiarato del Coordinamento No NATO è quello di «attuare finalmente l’Articolo 11 della Costituzione italiana, che ripudia la guerra come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali» [2]. Tra le proposte concrete avanzate ci sono:

  • «Il ritiro immediato dei contingenti italiani impegnati all’estero nelle missioni NATO, dove oggi operano oltre 5000 militari italiani.
  • La riduzione drastica dei finanziamenti pubblici all’industria bellica.
  • La smilitarizzazione delle scuole e delle università [vedi “War Games, N.d.R.], sottraendole all’influenza delle forze armate.
  • L’abolizione delle leggi repressive, come il DDL 1660, che ostacolano la libertà d’azione dei movimenti pacifisti e antimilitaristi» [2].

Un’Europa indipendente per la pace

Ma la soluzione non è certo quella di cedere ad altri imperialismi. L’Italia, e più in generale l’Europa, non deve essere né un satellite degli Stati Uniti né subire le ingerenze di Russia, Cina o di altri attori globali. È necessario un terzo percorso: quello di un’Europa indipendente, federata per la pace, l’uguaglianza e la libertà. Un continente che non segua più ciecamente strategie di guerra, ma si faccia promotore di un nuovo equilibrio mondiale basato sulla cooperazione tra i popoli e non sulla minaccia delle armi.

È ora di mobilitarsi, di rivendicare un futuro libero dalle basi straniere e da alleanze imposte. Il 4 aprile può essere un primo passo per dire basta: né con la NATO, né con altri imperialismi. L’Europa deve essere protagonista della pace.

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Fonti e Note:

[1] No Guerra No Nato, 26 febbraio 2025, “Dichiariamo il 4 aprile Giornata contro la NATO e la guerra!”.

[2] No Guerra No Nato, 5 febbraio 2025, “Dichiarazione programmatica Coordinamento Nazionale No NATO e Regolamento”.

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Natale Salvo

Nato e cresciuto nella terra del “Gattopardo”, la Sicilia. Ha dedicato la propria esistenza all'impegno sociale. Allenatore di una squadretta di calcio di periferia, presidente del circolo di Legambiente, candidato sindaco per il Partito Umanista. Infine blogger d’inchiesta; ha pagato le sue denunce di cattiva amministrazione con una persecuzione per via giudiziaria. E' autore del libro "La rivoluzione copernicana chiamata Reddito di Base", edito da Multimage, Firenze.

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