La Quarantena? Propaganda, costosa e poco utile
Quarantena. Dallo scorso marzo abbiamo scoperto, riscoperto forse, questo termine. Un termine antico se è, di fatto, citato persino nella Bibbia, nell’Antico Testamento, nel Levitico per la precisione [1].
La separazione delle persone sane da quelle malate, e quindi l’isolamento del malato (“finché avrà la piaga; è immondo, se ne starà solo, abiterà fuori dell’accampamento”), sembrò una soluzione sufficiente a contenere la diffusione del contagio da malattie infettive fino all’apparire della “morte nera”, la peste, epidemia che si stima uccise un terzo della popolazione europea.
Fu allora, nel 1377, che l’amministrazione di Ragusa (oggi Dubrovnik, in Croazia), affollato porto marittimo mediterraneo, deliberò « un periodo di isolamento di trenta giorni [per] i cittadini o i visitatori provenienti da paesi colpiti da epidemie di peste », come ci racconta il dott. Paul S. Sehdev dell’Università del Maryland [2]. Tali luoghi d’isolamento, spesso fuori città, se non addirittura su vere e proprie isolette, furono poi chiamati lazzaretto.
In epoca successiva, nel 1448, il Senato di Venezia prolungò la durata dell’isolamento a quaranta giorni, da cui il termine “quarantena” [3] [4].
La quarantena è sopravvissuta per secoli, fino ai giorni nostri.
Gli spostamenti contribuiscono poco alla diffusione del virus che già c’è
Se, tuttavia, l’isolamento del soggetto malato e contagioso appare ancora oggi pacificamente come un male necessario, la generale restrizione ai movimenti delle persone sane (quarantena) appare poco congrua.
Quella che potrebbe apparire una vezzosa opinione personale è invece la sintesi della posizione della “European Centre for Disease Prevention and Control”, il massimo organo tecnico-scientifico continentale in tema di prevenzione sanitaria.
Se è vero, inizialmente ammettono, che « i viaggi e gli spostamenti della popolazione contribuiscono alla diffusione di agenti patogeni e / o alla loro introduzione in aree in cui prima non circolavano » è anche vero, proseguono, come sia « probabile che i casi importati contribuiscano poco alla diffusione della SARS-CoV-2, una volta che il virus è stato introdotto nella comunità » [1-10%, a secondo gli scenari, secondo uno studio [7]].
« I modelli hanno stimato che una riduzione del 90% del numero di passeggeri ritarderebbero l’arrivo dell’epidemia in un paese solo di circa 10 giorni », concludono [8].
In definitiva, solo una quarantena tempestiva ed assoluta – di fatto impossibile oggi su aree e popolazioni vaste in una società globalizzata che vive di mobilità di uomini e merci – avrebbe potuto arrestare la diffusione dell’epidemia.
Limitare i viaggi è sono un’azione politica per ingenerare fiducia
Pertanto, scrive lo “European Centre for Disease Prevention and Control”, i governi che attuano oggi restrizioni relative ai viaggi, lo fanno esclusivamente per « generare un senso di fiducia o rassicurazione che la malattia verrà rilevata e che le si impedirà l’ingresso nel paese ».
Tali governi, operano spesso pure in flagrante violazione del Regolamento sanitario internazionale del 2005 (“International Health Regulations” – IHR) [9].
Ciò, tuttavia, pagando un pesante costo che va oltre quello materiale – personale e strumentazioni per misurazioni temperature o l’effettuazione di test PCR ai viaggiatori, etc – e che deve comprendere i costi economici e sociali dovuti alla contrazione dei viaggi.
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Fonti & Note:
[1] Levitico, capitolo 13 : Statuto del lebbroso : [45] Il lebbroso colpito dalla lebbra porterà vesti strappate e il capo scoperto, si coprirà la barba e andrà gridando: Immondo! Immondo! [46] Sarà immondo finché avrà la piaga; è immondo, se ne starà solo, abiterà fuori dell’accampamento.
[2] Oxford Academy, “The Origin of Quarantine” [2002], di Philip A. Mackowiak, e Paul S. Sehdev. – Qui PDF scaricabile.
[3] Non è dato sapere il perché del prolungamento dell’isolamento da 30 a 40 giorni. Secondo certuni, « perché il periodo più breve era insufficiente a prevenire la diffusione della malattia », secondo altri « il cambiamento sia legato all’osservanza cristiana della Quaresima, un periodo di 40 giorni di purificazione spirituale » oppure « la durata di altri eventi biblici, come il grande diluvio, il soggiorno di Mosè sul Monte Sinai o il soggiorno di Gesù nel deserto », ricorda sempre il dott. Paul S. Sehdev [2].
[4] Per l’assegnazione a quella data, vedi Wikipedia, versione inglese, “Quarantine”.
[5] European Centre for Disease Prevention and Control, 2 dicembre 2020, “Guidelines for COVID-19 testing and quarantine of air travellers – Addendum to the Aviation Health Safety Protocol”.
[6] Centers for Disease Control and Prevention, gennaio 2005, “Border Screening for SARS”, Ronald K. St. John*, Arlene King*, Dick de Jong*, Margaret Bodie-Collins*, Susan G. Squires*, and Theresa WS Tam* Public Health Agency, Ottawa, Ontario, Canada.
Nel 2003, in Canadà, in occasione dell’epidemia di SARS « Dal 18 marzo al 5 luglio sono stati investiti circa 7,55 milioni di dollari in misure di screening aeroportuali. Piuttosto che investire in misure di screening aeroportuali per rilevare malattie infettive rare, gli investimenti dovrebbero essere utilizzati per rafforzare le capacità di screening e controllo delle infezioni ai punti di ingresso nel sistema sanitario. Ulteriori misure utili potrebbero concentrarsi sull’istruzione pubblica sulla prevenzione e cura delle malattie infettive ».
[7] MedRxiv, 14 luglio 2020, “The effect of international travel restrictions on internal spread of COVID-19”.
[8] Dello stesso tenore, Cato.org, Alex Nowrasteh (direttore Cato Institute’s Center for Global Liberty and Prosperity), 23 marzo 2020 “Travel Restrictions and the Spread of COVID-19 – What Does the Research Say?”
« Le restrizioni di viaggio, compresi i limiti all’emigrazione e all’immigrazione, hanno ritardato la diffusione del COVID-19 da pochi giorni a poche settimane. Di per sé, le restrizioni ai viaggi non fanno altro che ritardare l’inizio di una mentalità di crisi e spostare la curva a destra piuttosto che appiattirla ».
[9] The Lancet, 13 febbraio 2020 “Do not violate the International Health Regulations during the COVID-19 outbreak” :
« In primo luogo, ai sensi dell’articolo 43.2, i paesi non possono attuare misure sanitarie aggiuntive esclusivamente come precauzione, ma devono piuttosto fondare il loro processo decisionale su “principi scientifici”, “prove scientifiche” e “consigli dell’OMS” . Molte delle restrizioni ai viaggi implementate durante l’epidemia di COVID-19 non sono supportate dalla scienza o dall’OMS ».
« In secondo luogo, ai sensi dell’articolo 43.1 qualsiasi misura sanitaria aggiuntiva implementata dai paesi “non deve essere più restrittiva del traffico internazionale e non più invasiva o invadente per le persone rispetto alle alternative ragionevolmente disponibili” ».
« In terzo luogo, e soprattutto, l’articolo 3.1 richiede rigorosamente che tutte le misure sanitarie aggiuntive siano attuate “nel pieno rispetto della dignità, dei diritti umani e delle libertà fondamentali delle persone”. In nessuna circostanza le decisioni di salute pubblica o di politica estera dovrebbero essere basate sul razzismo e sulla xenofobia. Forse ancora più preoccupante, è che almeno due terzi di questi paesi non hanno segnalato le loro misure sanitarie aggiuntive all’OMS, 12 che è un’ulteriore violazione degli articoli 43.3 e 43.5 del RSI ».
E’ possibile leggere, il citato Regolamento Sanitario internazionale sul sito del WHO (Organizzazione Mondiale della Sanità).
Credits : Photo by Erik Mclean on Unsplash
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