La scusa degli abusi sessuali per un nuovo business di GAFAM

grandefratello-chatcontrol

Da oltre un anno le istituzioni europee discutono di ChatControl, un sistema di controllo delle comunicazioni digitali finalizzato, a dire dei promotori, a prevenire e reprimere gli abusi sessuali, in particolare la pedopornografia online.

« La proposta di Regolamento Europeo obbligherebbe le piattaforme digitali – da Facebook a Telegram, da Signal a Snapchat, da TikTok al cloud computing e ai siti di gioco online – a rilevare sui propri sistemi, così come nelle conversazioni private degli utenti, qualsiasi traccia di materiale pedopornografico e segnalarlo » [2]. Per ottenere queste informazioni dovrebbe ovviamente “leggere” tutte le informazioni sullo smartphone dell’utente.

Ecco perché la proposta di regolamento « ha allarmato sia i difensori della privacy che gli esperti di tecnologia, che affermano che scatenerà un nuovo gigantesco sistema di sorveglianza » [2].

Il programma ChatControl di cui discutono le istituzioni europee, « segna il ‘passaggio del Rubicone’ in termini di sorveglianza di massa dei cittadini dell’UE. Cambieranno radicalmente Internet e la comunicazione digitale come la conosciamo », ha affermato Wojciech Wieborowski, principale garante della protezione dei dati dell’UE [2].

Un’inchiesta giornalistica svela il conflitto d’interessi tra Unione Europea e organizzazioni anti abusi sessuali

Un’indagine giornalistica che raggiunge i livelli più alti della Commissione Europea e durata mesi, tuttavia, rivela un conflitto di interessi attorno alla promozione della proposta legislativa.

Per farla breve, una serie di organizzazioni, Thorn, Brave Movement, Together for Girls, WeProtect Global Alliance, tra le altre, si stanno impegnando, con un’attività di lobbing, per sostenere l’instaurazione del sistema di ChatControl.

Si tratta, all’apparenza, di un’attività lecita.

Ma le “stranezze” sono diverse.

In effetti, l’inchiesta svolta dalla “IJ4EU, Investigative Journalism for Europe”, e poi pubblicata sui giornali che aderiscono a questo progetto [1], mostra dei “curiosi” conflitti d’interesse, un giro di enormi finanziamenti, degli importanti gruppi imprenditoriali e governativi dentro o a fianco tali associazioni.

Intanto spunta il nome di un’altra organizzazione, la Oak Fundation, che sembra possedere risorse illimitate ed elargisce alle prima citate organizzazioni finanziamenti cospicui. « Nel 2019, la Oak Foundation ha fornito 5 milioni di dollari a Thorn. L’alleanza globale WeProtect ha ricevuto 2,33 milioni di dollari. Fino al 2022, la Oak Foundation ha assegnato a Purpose 1,9 milioni di dollari in sovvenzioni per “contribuire a rendere Internet più sicuro per i bambini” » [2].

Quindi che « WeProtect è il risultato di due precedenti iniziative governative: una co-fondata dalla Commissione Europea e dagli Stati Uniti e l’altra dalla Gran Bretagna » [2].

Poi che « uno dei funzionari più anziani dello staff di Ylva Johansson [ la commissaria per gli affari interni dell’Unione Europea che si occupa della pratica, NdR ], Antonio Labrador Jimenez, che guida anche la squadra della Commissione Europea incaricata di combattere gli abusi sui minori », dal 2019 « fa parte del consiglio esecutivo dell’organizzazione WeProtect ». Insomma è controllato e controllore!

Collegata alla precedenza “stranezza” il fatto che « la direzione generale di Johansson ha concesso quasi 1 milione di euro a WeProtect per organizzare un vertice di giugno 2022 a Bruxelles » [2].

Ma soprattutto che « Thorn sviluppa strumenti di intelligenza artificiale per rilevare online immagini di abusi sessuali su minori. E la proposta legislativa di Johansson mira a combattere la proliferazione di tali contenuti nelle app di chat » [2].

In particolare, « il Dipartimento per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti ha pagato a Thorn un totale di 4,3 milioni di dollari per licenze software » di questo genere [2]. E, solo nel 2022, Thorn ha versato 600.000 euro a FGS Global, una grande società di lobbying, per rappresentarne gli interessi a Bruxelles.

Insomma, Thorn sollecita un controllo sulle chat per salvaguardare i minori ma è ssa stessa a vendere il prodotto che sollecita di installare.

Le società della GAFAM quelle che guadagnerebbero da ChatControl

Meredith Whittaker, presidente di Signal, ritiene che « le società di intelligenza artificiale, che producono sistemi di scansione, si propongano essenzialmente come centri di compensazione e isolanti di responsabilità per le grandi aziende tecnologiche » [2]. In altre parole, Google, Microsoft, Meta, Amazon, – la GAFAM in sostanza – userebbero degli intermediari per ottenere poi ricchi contratti d’uso dei propri calcolatori. In effetti queste società sono tra i partner di diverse delle società fin qui nominate, ad esempio di Thorn.

« L’idea che potremmo avere conversazioni crittografate come le nostre è completamente incompatibile con questi sistemi di scansione automatizzata, e questo è un problema strutturale. Una volta che questa tecnologia sarà disponibile in miliardi di dispositivi in tutto il mondo, non sarà più possibile riprenderla » [2], affermano gli esperti.

Ed infatti, già « funzionari di Europol hanno ventilato l’idea di utilizzare il centro proposto dall’UE per scansionare materiale che vada oltre gli abusi sui minori, dicendo alla Commissione Europea che “ci sono altri settori della criminalità che trarrebbero vantaggio dall’individuazione” » [2].

Fonti e Note:

[1] Die Zeit (Germania), Le Monde (Francia), De Groene Amsterdammer (Paesi Bassi), IRPI Media (Italia), El Diario (Spagna), Balkan Insight (Balcani) e Salomone (Grecia). La versione pubblicata da Solomon si basa sulla versione inglese di Balkan Insight.

[2] Solomon, 25 settembre 2023, “Ποιος ωφελείται από τον αγώνα της Ε.Ε. κατά της παιδικής σεξουαλικής κακοποίησης;”.

Natale-Salvo-BN

Natale Salvo

Nato e cresciuto nella terra del “Gattopardo”, la Sicilia. Ha dedicato la propria esistenza all'impegno sociale. Allenatore di una squadretta di calcio di periferia, presidente del circolo di Legambiente, candidato sindaco per il Partito Umanista. Infine blogger d’inchiesta; ha pagato le sue denunce di cattiva amministrazione con una persecuzione per via giudiziaria. E' autore del libro "La rivoluzione copernicana chiamata Reddito di Base", edito da Multimage, Firenze.

Potrebbero interessarti anche...

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *