L’Argentina abolisce per legge i cortei di protesta
« È vietato l’esercizio del legittimo diritto di protestare » [1]. Questo è il commento del “Coordinadora Contra la Represión Policial e Institucional” (Correpi), un’organizzazione di difesa dei diritti umani argentina, dopo il provvedimento del ministro della sicurezza Patricia Bullrich che impone lo “stato di eccezione” (emergenza) nel Paese.
Con tale “protocollo per il mantenimento dell’ordine pubblico” [ l’integrale in fondo articolo ] , spiega l’organizzazione umanitaria, è stabilita la « sospensione dei diritti democratici e delle garanzie costituzionali ».
Consapevole dell’impatto sociale della politica del neo-presidente dell’Argentina Javier Milei, denuncia l’associazione Correpi, Patricia Bullrich, « per raggiungere il suo obiettivo di vietare qualsiasi rivendicazione contro misure antipopolari, decreta l’illegittimità di tutte le manifestazioni, mobilitazioni o atti di protesta ».
Argentina, il ministro della sicurezza Bullrich: legge e ordine
Il ministero della sicurezza « ordina alle forze federali di agire direttamente senza l’ordine del tribunale o del pubblico ministero e fissa come obiettivo immediato la “liberazione delle strade pubbliche” con l’autorizzazione all’uso della forza ».
Il provvedimento [ l’integrale in fondo articolo ] già così inaccettabile assume il carattere tirannico, quando abroga precedenti normi inerenti « il divieto di portare armi con proiettili di piombo, l’obbligo di esporre il distintivo con il nome e il grado dei funzionari, nonché di intervenire gradualmente e progressivamente, attraverso il dialogo, con i manifestanti ».
Ma l’autorizzazione all’uso della violenza poliziesca non è sufficiente per Patricia Bullrich.
Ecco che allora che l’esponente governativo altresì « ordina di identificare “autori, complici e mandanti” mediante registrazioni di immagini con qualsiasi dispositivo, con registrazione prioritaria dei dati dei leader e delle organizzazioni affini, e di arrestarli; identificare i veicoli che trasportano le persone ai cortei e i loro autisti e creare un registro – una vera e propria “lista nera” – con tutte quelle informazioni su persone e organizzazioni che lo stesso ministero conserverà. Stessa persecuzione nel caso delle madri e/o dei padri che partecipano alle manifestazioni con i propri figli, sui quali ricadranno le sanzioni. Nel caso dei migranti, promette l’espulsione ».
Come scrive lei stessa su Twitter: Legge e Ordine, in Argentina.
Quindi una vera e propria repressione di massa.
Ma, precisa infine il comunicato della “Coordinadora Contra la Represión Policial e Institucional” (Correpi), il governo Milei, dopo averli picchiati ed arrestati, vuole pure multare i manifestanti: « si annuncia inoltre che persone ed organizzazioni verranno citate in giudizio per danni. Per quanto riguarda nello specifico le organizzazioni sociali e politiche, si aggiunge anche la riscossione dei “costi legati alle operazioni di sicurezza” ».
In altre parole, gli organizzatori delle manifestazioni dovranno pagare le spese degli stipendi del personale di polizia e degli strumenti impegnati per … impedirgli di protestare!
Credevamo d’aver letto di tutto. Ma è proprio vero: al peggio non c’è fine!
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Fonti e Note:
Credits: Photo by Wesley Marçal on Unsplash
[1] Correpi, 15 dicembre 2023, “Protocolo para la represión y la criminalización de la protesta”.
Il testo integrale del “protocollo per il mantenimento dell’ordine pubblico”, in stile orwelliano (1984) s’intitola: “senza libertà non hai ordine, senza ordine non hai progresso“.
molto strano… con un presidente che ama così tanto la libertà, non me lo sarei mai aspettato… 😈
Salvini si trasferisce in Argentina 😅
“Libertà” … economica, insomma per chi ha … si è equivocato questo “Libertarismo” … 🤑