“Le ideologie sono vive”, s’è discusso a Trapani

Cos’è un’ideologia? E’ in crisi? Questa crisi delle ideologie, se c’è, è positiva o negativa?

Sono le domande che ha posto alla platea il filosofo Augusto Cavadi nel primo degli incontri del laboratorio culturale intitolato “la bellezza della politica” promosso da “Sinistra Libertaria” a Trapani, presso la Chiesa Valdese.

Una proposta culturale che – partendo proprio dal testo de “la bellezza della politica” scritto nel 2010 da Cavadi assieme ad Elisabetta Poma – ha raccolto, ieri, la partecipazione di venti cittadine e cittadini.

Augusto Cavadi: le ideologie devono fare autocritica e contaminarsi

Il prof. Cavadi ha denunciato l’esistenza, oggi, di una « politica-spettacolo » che vuole sostituire quella ideale che comunque resta, perché « utile, inevitabile ».

D’altro canto, ha sostenuto, anche « il sostenere la morte dell’ideologia, è una ideologia »! Un suo contenimento è certamente positivo, per il relatore, perché riduce i rischi di « intolleranza » [ ha ricordato lo slogan sessantottino “uccidere un fascista non è reato”, NdR ].

Quel che serve, secondo Cavadi, quindi è una ideologia che faccia « autocritica », che ponga « attenzione anche agli spunti positivi delle altre ».

In proposito, per un approfondimento, ha invitato alla lettura de “Il secolo breve” dello storico britannico Eric Hobsbawm, saggio che analizza le svolte storiche dal 1914 al 1991.

Io suggerirei anche la lettura del pensiero dei vari “ideologi“, ad esempio a cominciare da Rosselli.

Il dibattito sulle ideologie: serve coerenza tra l’ideale e stile di vita

Certamente ogni individuo « ha una propria ideologia » ha sostenuto Giuseppe Man. nel primo intervenuto nel dibattito successivo all’introduzione. Tuttavia, ha precisato Giuseppe Man., esiste della « confusione » e una « crisi del sistema, della società ».

Nel proprio successivo intervento Giuseppe M., invece, pur confermando una generica differenza tra l’ideologia di “sinistra” – che sostiene l’uguaglianza, a suo dire – ed una di “destra” ha imputato una certa loro crisi alla mancanza di « coerenza » tra le tesi ideali e l’operatività quotidiana di chi le propugna.

Anche per Antonino C. l’ideologia esiste e può essere semplicemente definita come un « punto di vista sul mondo ». Tuttavia, anche lui ha sostenuto l’esserci, in merito, una « confusione » e, da parte di alcuni, una sua strumentalizzazione per « manipolare » l’uomo, con l’esito di « svilire l’originale significato ». Per arginare tali rischi, ha invitato a studiare la storia, a « lavorare sulle date ».

Franco C., invece, è ritornato alla definizione di ideologia proposta inizialmente dal prof. Augusto Cavadi sottolineandone la composizione:

  • idee-guida,
  • gruppo sociale,
  • azione politica,
  • attuare.

Insomma, sono delle linee guida sostenute da un gruppo sociale che svolge un’azione politica affinché queste siano attuate.

Secondo Franco C., « le ideologie non sono morte, sono nel pieno della vita, ma semplicemente non sono più facilmente identificabili ».

Certamente, tuttavia, esiste una loro strumentalizzazione da parte di chi guida la struttura sociale.

Giuseppe Mar., in parte ha confermato questo timore denunciando « l’ideologia come strumento di controllo della società non è in crisi » ma che occorrerebbe « svelare gli interessi sottesi » a chi li sostiene.

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Sapere chi si è, ma non essere schiavi dell’appartenza

Anche Domenico M., infine, è tornato sulla necessità di una vita di « coerenza » colle ideologie sostenute. Ha difeso l’ideologia sostenendo la sua utilità a « sapere chi si è », per semplificare la propria esistenza e “intrupparsi” in un gruppo sociale perché « l’individualismo ci uccide, è una carie ».

Ha lamentato, inoltre, andando forse oltre la discussione proposta e già anticipando quelle dei prossimi incontri, la “ideologia” de « l’homo faber » [ funzionale all’azione, “attore e costruttore del mondo”, NdR ] e « consumista ».

Al termine “ideologia” ha preferito la definizione di « esperienza storica » e sostenuto che occorre « prendere da ciascuno, riconoscere il bene in altre esperienze », che, al contrario, non bisogna essere « schiavi dell’appartenenza ».

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Natale Salvo

Nato e cresciuto nella terra del “Gattopardo”, la Sicilia. Ha dedicato la propria esistenza all'impegno sociale. Allenatore di una squadretta di calcio di periferia, presidente del circolo di Legambiente, candidato sindaco per il Partito Umanista. Infine blogger d’inchiesta; ha pagato le sue denunce di cattiva amministrazione con una persecuzione per via giudiziaria. E' autore del libro "La rivoluzione copernicana chiamata Reddito di Base", edito da Multimage, Firenze.

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Una risposta

  1. Luca Abram (Rinascita & Unità. Per un'alternativa di Sinistra) ha detto:

    Per fortuna lo sono

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