Lear, Grugliasco (Torino): lavoro a rischio per 300 operai

Nulla di nuovo sotto il cielo: i proprietari di un’azienda, la LEAR, in nome dell’interesse capitalistico, dello “stare sul mercato”, hanno deciso di chiudere o comunque ridimensionare uno stabilimento, quello di Grugliasco (Torino), dove si producono sedili per auto per il gruppo Stellantis, in particolare per le auto di lusso Maserati.

« Il 31 dicembre scadrà la cassa integrazione straordinaria e ad oggi nulla si sa delle sorti dei 300 lavoratori su 420 che rischiano l’esubero », ci fanno sapere quelli di InfoAut [1].

O meglio ancora, « rischiano di trovare sotto l’albero la lettera di licenziamento ».

« 300 famiglie dell’hinterland torinese cadranno nella disperazione », aggiungono. Il giornale lamenta, in sostanza, « una totale incapacità (o forse non volontà) da parte dell’amministrazione LEAR di presentare un piano industriale per i prossimi anni ».

Lear di Grugliasco: un problema di “mercato” e di interessi del capitale

Manca in realtà una lettura oggettiva del problema complessivo. In una società capitalista qual è quella in cui viviamo, e che accettiamo come ineludibile, non è certo all’azienda che può interessare se il lavoratore si “disperi”. Ovvio che comprendiamo i pensieri delle lavoratrici e dei lavoratori della Lear, le loro preoccupazioni economiche ma queste non possono interessare al padronato.

D’altro canto la Stellantis (ex Fiat), il committente unico di LEAR, ha deciso un’altra politica ( « ha diminuito notevolmente le commesse all’azienda e con il 2024 cesserà importanti ordini a causa della fuoriuscita definitiva dal mercato di alcuni modelli Maserati » ).

Il settore automotive non ha un futuro roseo, onestamente. Sperare in commesse da altre aziende del settore appare troppo ottimistico secondo i dati ANFIA ( 2022 su 2021 un calo del 20% delle immatricolazioni delle auto con alimentazione diesel, e un calo del 16% per quanto riguarda le auto a benzina, con un lieve aumento del 7% a favore delle ibride ) [2].

I lavoratori della LEAR di Grugliasco (Torino) oggi reagiscono come possono, per difendere il proprio reddito. Prima « un presidio giorno e notte, con un blocco delle merci in entrata » davanti la fabbrica. Ora, « a seguito di minacce suffragate dal decreto Salvini i lavoratori hanno scelto di mantenere il presidio in forma diurna ».

I casi come quello di Grugliasco sono destinati ad aumentare

Se in qualche maniera non si impegneranno le istituzioni, e sembra un azzardo pensarlo con la destra al governo, sarà impossibile per i 300 lavoratori della LEAR di Grugliasco (Torino) salvare il posto di lavoro.

Il problema è più grande, si diceva, e lo sviluppo sempre maggiore di informatica, AI e robot non farà che allargarlo.

La soluzione non è semplice e, soprattutto, non è immediata.

Passa domani, probabilmente, da un generalizzato taglio dell’orario di lavoro – il PD parla da tempo delle 4 giornate di lavoro, in verità si dovrebbe parlare dell 30 ore di lavoro settimanali – e dalla previsione di un “Reddito Universale di Base”.

Oggi potrebbe passare solo attraverso la solidarietà degli altri operai della LEAR di Grugliasco (Torino), vale a dire attraverso la divisione tra tutti i 420 operai del monte ore utile all’azienda. Una soluzione impensabile in epoca di individualismo qualunquista.

Fonti e Note:

[1] InfoAut, 16 novembre 2023, “E’ sciopero ad oltranza alla LEAR di Grugliasco”.

[2] ANFIA, “Immatricolazioni autovetture per alimentazione”.

Natale-Salvo-BN

Natale Salvo

Nato e cresciuto nella terra del “Gattopardo”, la Sicilia. Ha dedicato la propria esistenza all'impegno sociale. Allenatore di una squadretta di calcio di periferia, presidente del circolo di Legambiente, candidato sindaco per il Partito Umanista. Infine blogger d’inchiesta; ha pagato le sue denunce di cattiva amministrazione con una persecuzione per via giudiziaria. E' autore del libro "La rivoluzione copernicana chiamata Reddito di Base", edito da Multimage, Firenze.

Potrebbero interessarti anche...

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *