L’esperienza populista di Corbyn
Due i fattori di successo del Partito Laburista quando fu guidato da Jeremy Corbyn, secondo Chantal Mouffe, professoressa di teoria politica all’università di Westminster, Londra.
« Prima di tutto c’era il suo manifesto radicale, al passo con il rifiuto dell’austerità e delle politiche neoliberali da parte di ampie fasce della società britannica », spiega la Mouffe in un articolo recentemente riprodotto e tradotto da Maurizio Acerbo sul proprio blog [1].
Il populismo di Jeremy Corbyn
« Le misure chiave del manifesto erano la rinazionalizzazione dei servizi pubblici come le ferrovie, l’energia, l’acqua e le poste, la fine della privatizzazione del sistema sanitario nazionale e dell’istruzione, l’abolizione delle tasse universitarie e un significativo aumento della spesa per il welfare », prosegue l’articolo.
Ancora, « un ruolo centrale [era] accordato alla lotta contro tutte le forme di dominio e discriminazione, dalle relazioni economiche ad altri settori come le lotte femministe, antirazziste e LGBT ».
In sostanza, spiega Chantal Mouffe, « il manifesto laburista riaffermava le credenziali del partito come partito dell’uguaglianza ».
« Poi – aggiunge – c’è stata la potente mobilitazione organizzata da Momentum [nel link precedente il loro sito; di seguito una descrizione dell’organizzazione tratta da Wikipedia]… [che] utilizzava per stabilire vaste reti di comunicazione che permettevano agli attivisti e a un gran numero di volontari di tenersi informati ».
« Sotto la guida di Corbyn, il Labour è riuscito a dare a coloro che avevano abbandonato la politica sotto Blair una nuova simpatia e ad attirare un numero sempre maggiore di giovani: … la diffusa disaffezione tra gli elettori socialdemocratici è invece dovuta alla conversione di questi partiti al neoliberismo », spiega l’autrice.
« Quando [invece] offriamo ai cittadini la prospettiva di un’alternativa, e hanno la possibilità di partecipare a un vero dibattito – conclude –, si affretteranno a far sentire la loro voce ».
Attenzione, precisa però sempre Chantal Mouffe: « ciò richiede che abbandoniamo qualsiasi concezione tecnocratica della politica che la riduca a una questione di amministrazione di questioni tecniche, e invece che si riconosca il suo carattere partigiano ».
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Fonti e Note:
[1] Maurizio Acerbo blog, “Chantal Mouffe: Il populismo di sinistra di Jeremy Corbyn”.
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