L’EU vuole regolamentare i mass media

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L’Unione Europea sta pensando di regolamentare l’indipendenza dei mezzi d’informazione. Un’affermazione preoccupante: voler regolamentare l’indipendenza ci sembra un ossimoro!

Certamente condividiamo l’affermazione della Commissione Europea sulla « funzione di interesse generale di “controllo pubblico” » che svolge un’informazione indipendente.

Tuttavia le “preoccupazioni” della Commissione Europea ci appaiano dal sapore decisamente orwelliano: « i cittadini devono potersi fidare delle informazioni che ricevono per poter esercitare la loro diritti democratici », sostengono.

In verità non che manchino, in Europa, i mezzi di informazione. Quel che manca è la « pluralità di punti di vista » che consentano al cittadino « di formare le proprie opinioni »

Appare evidente che la prescrizione di dover riportare solo dichiarazioni provenienti da « fonti affidabili di informazioni » ( ovvero le fonti “ufficiali”, quelle istituzionali controllate dal potere ) cozzi con il diritto ad accedere a « una pluralità di punti di vista ».

La Commissione di fatto, in tal caso mostrerebbe la volontà di voler imporre il pensiero unicoufficiale”, quello governativo!

Il nuovo Regolamento [1], redatto dalla Commissione Europea, è comunque solo una sorta di “atto di indirizzo”; starà ai governi nazionali la loro applicazione operativa. Il testo è stato già pubblicato lo scorso 16 settembre e prima di divenire vincolante per tutti i 27 stati aderenti dovrà essere formalmente approvato parte del Parlamento Europeo.

La preoccupazione dell’EU: le “indebite” interferenze sui mass media

« E’ essenziale promuovere le buone pratiche a livello dell’UE », spiega, nel Regolamento, la Commissione.

E’ certamente vero che, come spiega la Commissione, che « i fornitori di servizi di informazione europei sono sempre più soggetti a indebite interferenze nel decisioni editoriali individuali con effetti negativi sulla libertà editoriale, sulla capacità di fornire notizie indipendenti e quindi la disponibilità di informazioni affidabili per il pubblico dei media ».

Ma sono proprio i governi, e tra questi la Commissione, a « interferire », assieme ai grandi gruppi economici industriali e bancari per il tramite dei maggiori gruppi concessionari della pubblicità. Sono loro che hanno i mezzi economici e politici per ingenerare « effetti [potenzialmente, NdR] negativi sulle notizie indipendenti ».

La proposta: separare attività commerciali e editoriali mass media

In proposito, può trovare certamente il nostro favore, al fine di garantire l’indipendenza dell’informazione giornalistica, raccomandazione proposta della Commissione Europea – alla sezione II, punto 7 della Raccomandazione – di « regole che assicurino la separazione tra attività commerciali ed editoriali ».

Non è chiaro, però, come questo sia realizzabile nell’informazione locale dove i ruoli di addetto commerciale, direttore o editore spesso si confondono nello stesso individuo.

Non possiamo che condividere, comunque, un’iniziativa che vada nella direzione di:

  • limitare le concentrazioni dei media nelle mani degli stessi editori,
  • oppure vero una maggiore trasparenza delle proprietà dei mezzi d’informazione, dei loro finanziatori politici e commerciali.

E’ invece preoccupante ogni altra regolamentazione, specie delle “fonti”, se giunge per mano di chi censura i « punti di vista » di giornali quali RT e Sputnik perché finanziati dalla Russia.

La materia è da troppo importante per la democrazia.

Fonti e Note:

[1] Commissione Europea, 16 settembre 2022, “Internal safeguards for editorial independence and ownership transparency in the media sector” [ per scaricarlo clicca qui: Recommendation European Media Free ].

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Natale Salvo

Nato e cresciuto nella terra del “Gattopardo”, la Sicilia. Ha dedicato la propria esistenza all'impegno sociale. Allenatore di una squadretta di calcio di periferia, presidente del circolo di Legambiente, candidato sindaco per il Partito Umanista. Infine blogger d’inchiesta; ha pagato le sue denunce di cattiva amministrazione con una persecuzione per via giudiziaria. E' autore del libro "La rivoluzione copernicana chiamata Reddito di Base", edito da Multimage, Firenze.

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