Londra: Il caso Sarah Everard pone delle domande

I fatti sono questi: il 3 marzo un donna 33nne, Sarah Everard, sparisce in un parco di Londra mentre rientra a casa a piedi. Ritrovata morta dopo una settimana, sul corpo se ne rilevano sevizie e la violenza sessuale. Dell’accaduto, viene sospettato un poliziotto poi arrestato.

L’omicidio di Sarah Everard e l’arresto partecipanti veglia funebre

Altre donne vogliono protestare, almeno ricordarla. Viene loro vietato: l’assembramento può causare contagi Covid, le avvisano. Manifestano lo stesso in un centinaio nello stesso parco dove Sarah Everard fu rapita. Vengono malmenate, manganellate, e – quattro di loro – pure brutalmente arrestate dagli agenti.

La polizia si giustifica: l’abbiamo fatto per la loro sicurezza, per proteggerle dal contagio.

Quindi l’immaginabile seguito: montano le proteste, le richieste di indagini indipendenti sui fatti, di dimissioni del capo della polizia.

Sinceramente a me sembra che sia poco credibile che delle persone vengano picchiate “per il loro bene”. Le manifestanti indossavano la mascherina e non è stato chiesto loro di tenere il distanziamento.

L’azione violenta della polizia, invece, sa molto di vittoriano, di patriarcale, fa immaginare una civiltà dove agli “incapaci” – minori e donne, quindi -l’ordine, la disciplina e l’educazione vengonoancora inculcati con la cinghia.

Ciò soprattutto perché la risposta violenta della legge è incoerente con una pacifica semplice supervisione, pochi giorni prima, di una manifestazione prettamente maschile: lì, con un assembramento, si festeggiava un successo sportivo.

Quale il ruolo della repressione poliziesca in uno Stato liberale?

E’ chiaro allora che la repressione poliziesca avesse solo l’intento di punire una manifestazione di dissenso, le donne in particolare, anche da parte di agenti forse urtati dall’arresto del collega.

Viene da domandarsi se sia credibile che la repressione non sia stata autorizzata dai Vertici.

Comunque sia avvenuto, tutto questo non potrebbe avvenire in uno stato di diritto, non dovrebbe avvenire in una democrazia liberale.

Sui Social i commenti sono piuttosto caldi.

Ma nessuno si pone le domande giuste:

  • se impossibilitata a prevenire i reati ma, al più, solo a reprimerne una parte, a che serve la polizia?
  • il compito della polizia, in conclusione, è quello di difendere i cittadini o solo difendere lo Stato, e l’Elite, dai cittadini quando questi esprimono dissenso ?

La paura della repressione, della punizione (l’arresto, il carcere), incide a sufficienza nella prevenzione dei reati ? La legge del taglione, la sedia elettrica, la camera a gas, la somministrazione di veleno, tanto in voga negli Stati totalitari, quali la Cina, l’Iran, gli Stati Uniti siamo certi che lì abbiano funzionato per prevenirne di futuri?

Sarebbe, invece, forse, il caso di sciogliere i corpi, inutili e dannosi, della polizia e investire le risorse umane ed economiche risparmiate nella vera prevenzione che è chiaramente fatta di inclusione, socialità, educazione, formazione, reddito, e cultura ?

Natale-Salvo-BN

Natale Salvo

Nato e cresciuto nella terra del “Gattopardo”, la Sicilia. Ha dedicato la propria esistenza all'impegno sociale. Allenatore di una squadretta di calcio di periferia, presidente del circolo di Legambiente, candidato sindaco per il Partito Umanista. Infine blogger d’inchiesta; ha pagato le sue denunce di cattiva amministrazione con una persecuzione per via giudiziaria. E' autore del libro "La rivoluzione copernicana chiamata Reddito di Base", edito da Multimage, Firenze.

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