L’ONU proclama una giornata contro i discorsi d’odio
La giornata di oggi, il 18 giugno, è stata proclamata dall’ONU come “giornata internazionale per l’eliminazione dell’incitamento all’odio”.
E’ curioso che sono venuto a conoscenza della notizia sfogliando l’edizione online del quotidiano marocchino “Le Matin”.
Nulla di nulla, o quasi, sulla stampa online italiana. Da un ricerca su Google, appare che a parte il sito italiano dell’ONU ne parla solo il giornale online Interris.
Dal Marocco la spinta a combattere la discriminazione religiosa
Le Matin [1] informa che questa giornata si svolge per « la prima volta » e che è stata « adottata dall’Assemblea generale nel luglio 2021, su iniziativa del Regno del Marocco », riconoscendo « la necessità di combattere la discriminazione, la xenofobia e l’incitamento all’odio », al fine della « promozione del dialogo e della tolleranza interreligioso e interculturale» .
Interris [2], in proposito, intervista Milena Santerini, docente all’Università Cattolica di Milano. Questa spiega che « il discorso d’odio non lo si individua solo dagli insulti, infatti spesso assume tratti insidiose e difficili da cogliere. Io lo descriverei come un linguaggio malizioso e malevole che vuole colpire un soggetto o un gruppo preso di mira ».
In questo “linguaggio malizioso” che incita all’odio contro la multi-culturalità, a mio avviso, possiamo inserire quello che inneggia alla difesa della « cultura e della civiltà ellenistico-romana-cristiana occidentale » contro « l’annichilimento del globalismo » che conduce alla « liquefazione dell’identità dei popoli ».
Secondo le Nazioni Unite (ONU) [3] i discorsi d’odio rappresentano un « fragello » che può « minare la coesione sociale », a cui dover far fronte pur « nel pieno rispetto della libertà di opinione e di espressione » in collaborazione coi media e le piattaforme di social media.
Oggi, in Occidente, viviamo un periodo di forte intolleranza contro gli stranieri (xenofobia) e chi pratica altre religioni, ad esempio contro chi è musulmano.
Un esempio di “comunicazione” web che scaturisce dalle “provocazioni maliziose” dei politici:
I discorsi d’odio diffusi da politici, opinionisti e giornalisti di destra
“Paladini” di questa battaglia contro l’Islam – e pure contro i rom -, oltre che i più noti Matteo Salvini e Giorgia Meloni, anche politici di scarso seguito elettorale ma molto attivi sul web quale Pierluigi Paragone, psichiatri-opinionisti come Alessandro Meluzzi o giornalisti come Mariagiovanna Maglie.
Di seguito alcuni esempi del loro “linguaggio malizioso” che poi istiga risposte cariche d’odio tra i profili, veri e falsi, che li seguono.
Questi ignoranti patentati sono chiaramente dimentichi dell’articolo 3 della Costituzione di quella “Patria” sempre demagogicamente presente nei loro discorsi: « Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale […] senza distinzione […] di razza, di religione, […] di condizioni personali e sociali ».
Per loro fortuna, la Magistratura dimentica spesso pure le leggi Scelba, del 1952 (che punisce anche « la propaganda razzista »), e Mancino, del 1993, quest’ultima che sanziona le condotte che incitano all’odio, alla discriminazione e alla violenza per motivi religiosi.
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Fonti e Note:
Credits: Photo by sito ONU.
[1] Le Matin, 17 giugno 2022, “L’ONU marque ce samedi la Journée internationale de la lutte contre les discours de haine”.
[2] Interris, 18 giugno 2022, “Santerini: “L’hate speech inquina l’ecosistema del web”.
[3] ONU, “Le discours de haine, un phénomène en augmentation”.
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