Maxi sanzione a Ryanair: il co-marketing è illegittimo !
La Commissione europea ha ordinato alla compagnia irlandese “low cost” Ryanair di restituire aiuti illegali incassati nell’ambito di contratti per incrementare i flussi aeroportuali. Stiamo parlando proprio del cosiddetto co-marketing !
Diverse testate internazionali, tra cui AeroTime News e IrishTimes, hanno pubblicato lo scorso 2 agosto la notizia, invece ancora tenuta nascosta dai Media italiani e, soprattutto, dalle grandi firme locali.
«Da un’indagine, durata un anno, è emerso che erano stati concessi 8,5 milioni di euro alla compagnia aerea tra il 2010 e il 2017 in cambio della promozione di Montpellier e dintorni come destinazione turistica sul sito web della compagnia aerea. La Commissione Europea ha, tuttavia, constatato che questo servizio di marketing costituiva, di fatto, un incentivo a mantenere le attività di Ryanair all’aeroporto di Montpellier (MPL). Poiché il finanziamento avveniva quasi interamente da Enti pubblici, regionali e locali, la Commissione ha concluso che tali contratti sono stati finanziati con risorse statali».
«La Commissione europea è giunta alla conclusione che i contratti di servizi di marketing conclusi tra l’Associazione per la promozione del turismo e Ryanair all’aeroporto di Montpellier sono illegali ai sensi delle norme UE sugli aiuti di Stato. Ryanair deve ora rimborsare alla Francia l’aiuto di Stato illegale di 8,5 milioni di euro».
«Analoghe discrepanze sono già state rilevate in altri aeroporti in Francia, Germania e Italia», conclude AeroTime News.
La commissaria europea Vestager: Ryanair danneggia altre compagnie aeree
In un comunicato stampa della Commissione Europea, dello scorso 26 ottobre 2018, il Commissario europeo alla concorrenza, la danese Margrethe Vestager, già allora dichiarava: «Una concorrenza leale è essenziale per i consumatori, l’occupazione e la crescita, anche per gli operatori del trasporto aereo. Un vantaggio ingiusto a Ryanair danneggia altre compagnie aeree».
«Negli ultimi anni – continuava il comunicato del governo europeo -, la Commissione ha concluso una serie di casi riguardanti aiuti alle compagnie aeree volti ad attrarre o mantenere la capacità degli aeromobili in determinati aeroporti, ritenendo che non fossero in linea con le norme sugli aiuti di Stato, ad esempio riguardanti gli aeroporti di Nîmes, Pau e Angoulême in Francia, Zweibrücken e Altenburg-Nobitzin Germania, Klagenfurt in Austria e gli aeroporti sardi di Cagliari, Olbia e Alghero in Italia».
L’osservatorio legale sui trasporti Transportwatch, il 27 novembre 2018, precisava: «A partire dal 2010, l’Associazione per la promozione del turismo [di Montpellier, NdR] ha concluso dei contratti con Ryanair e la sua controllata Airport Marketing Services (AMS) a mezzo dei quali ha acquistato servizi di marketing destinati a promuovere la zona di Montpellier sul sito di Ryanair».
Siamo, in poche parole, proprio davanti allo stesso caso dell’associazione dei Comuni della provincia di Trapani che acquistava da Airport Marketing Services (AMS) pubblicità per il sito di Ryanair allo scopo, per nulla nascosto, di ottenere che una serie di linee aeree facessero scalo all’aeroporto di Trapani-Birgi.
Scrive la Commissione Europea, negli Atti della Procedura Sa.47867 : «I contratti di marketing conclusi direttamente con Ryanair/AMS senza alcuna procedura di gara sono per se selettivi. Per quanto riguarda i contratti conclusi in seguito ad una procedura di gara pubblica, la Commissione ritiene in via preliminare che anche questi debbano essere considerati selettivi, essendovi vari elementi che indicano che le gare erano state concepite sin dall’inizio per consentire la selezione di Ryanair come fornitore del servizio». [il testo della sentenza sarà diffuso a giorni, NdR]
Vicenda co-marketing Ryanair: il tempo ha dato ragione ai giusti
Avevamo visto lungo noi quando, il 25 luglio 2015, scrivevamo “Affare Ryanair: Ecco cosa compriamo con 2.250.000 euro!”; oppure il 30 luglio 2015, con “Si scrive AMS: è l’escamotage del Co-Marketing Ryanair”. O quando, il 10 febbraio 2015, riportavamo che la senatrice di Lecce Barbara Lezzi (Movimento 5 Stelle) in un’interrogazione parlamentare scriveva che l’accordo di co-marketing, in quel caso negli aeroporti pugliesi, era «in palese violazione della normativa comunitaria e nazionale in tema di appalti e concorrenza», ed, in particolare, in «palese contrasto con gli artt. 107 e 108 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea».
Ma aveva ragione anche il tanto vituperato sindaco generale Vito Damiano quando rifiutò di mettere la propria firma sotto la proroga di quel contratto di co-marketing firmato dal suo predecessore. Quel sindaco, uomo di legge, la legge la rispettava senza ricercare escamotage.
Il contratto di co-marketing è un contratto, checché ne dicano i soloni ed i sapienti di strada, e deve pertanto essere assoggettato ai suoi dettami [dal 2012, era in vigore l’art. 4, comma 6, del D.L. 95/2012 che non doveva essere “aggirato“, la legge non s’aggira si applica, NdR].
Le ragioni del diritto non si superano con gli “escamotage”
Avevano torto, invece, quelli del Comitato #senonvolononvoto e quei noti politici che, per ragioni di visibilità mediatica, hanno cavalcato le proteste di un gruppo di pochi, ma ben organizzati, personaggi. Su certa stampa si è detto e scritto di tutto e l’opposto di tutto, sono state ipotizzate strategie alla luce del sole ed in antri chiusi e misteriosi, quasi carbonari.
Ma, in questo territorio, spesso ha ragione chi grida più alto e non chi ha la ragione del diritto dalla parte propria. Salvo poi, ammantarci tutti, solo per l’occasione, di legalità nelle parate annuali durante le ricorrenze per i morti di mafia.
Tuttavia qualcosa si muove. Come già ricordava MeridioneNews, lo scorso 22 gennaio, sarebbe in corso una «indagine per falso in bilancio» da parte della Guardia di Finanza a carico di «quindici persone che hanno ricoperto incarichi negli ultimi tre Consigli d’Amministrazione dell’Airgest, la società che gestisce l’aeroporto Vincenzo Florio di Birgi nell’ambito della gestione di co-marketing con Ryanair».
Probabilmente le due notizie non sono collegate, ma proprio ieri s’è dimesso il presidente di Airgest l’avvocato Paolo Angius. La notizia la dà ilSicilia.it. Le ragioni dichiarate? «sopraggiunti impegni professionali».
…. se si valorizzassero gli interventi economici truccati degli ultimi 10 anni, sarebbe ancora in piedi sia Alitalia che Meridiana..i turisti “creativi” pagati hanno si creato un volano positivo, ma hanno distrutto il trasporto aereo Italiano, drogato il mercato, sottratto centinaia di milioni che sarebbero stati destinati ad investimenti permanenti sui mercati turistici e non, con risparmi su cassa integrazione, prepensionamenti vari, posti di lavoro….possibile che arriviamo sempre 10 anni dopo? Possibile che i politici abbiamo trovato spazio per rivendersi queste mega imprese, che hanno portato al fallimento di diversi aeroporti?
Sig. Pietro, le colpe le hanno in tanti: dai governi nazionali e regionali che non han mai fatto gli investimenti permanenti sui mercati turistici ( vedi la tratta ferroviaria Aeroporto di Palermo – Trapani chiusa dal 2013 per una frana ) agli amministratori locali coi loro interventi populistici con cui han pensato di drogare il mercato locale regalando soldi a compagnie aeree straniere che sfruttano i lavoratori, che ricattano gli stessi Comuni, e, probabilmente anche donando mazzette a faccendieri che facevano da mediatori. E chiaramente colpe anche dei cittadini “sovranisti” che chiedono un aeroporto sotto casa e non la linea ferroviaria di collegamento con l’aeroporto a 90 km.