OMS : i test diagnostici non sono raccomandanti
I test diagnostici anti-Covid sono praticamente inutili. A sostenerlo non sono certo dei complottisti qualsiasi, bensì la stessa Organizzazione Mondiale della Sanità in una recente pubblicazione destinata alla prevenzione dei contagi tramite i viaggi.
In linea di principio, intanto, « l’OMS non raccomanda i viaggiatori sani come gruppo prioritario per i test di SARS-CoV-2 » [1].
I test, infatti, forniscono tanto « un’alta percentuale di falsi positivi » nel caso dei test diagnostici rapidi (Ag-RDTs), richiedendo quindi una necessaria veloce conferma coi i test normali (PCR – NAAT ), tanto dei falsi negativi in ogni caso.
Il virus ha bisogno di 5-6 giorni di incubazione, prima fornisce un “falso negativo”
Nella pubblicazione, l’OMS spiega infatti che « il tempo medio dall’esposizione alla SARS-CoV-2 fino alla comparsa dei sintomi (il periodo di incubazione), infatti è di 5-6 giorni » [2].
Pertanto « i risultati negativi dei test pre-viaggio non possono garantire che i viaggiatori siano liberi dall’infezione al momento del viaggio, poiché potrebbero essere stati testati prima di essere infettati o durante il periodo in cui la carica virale non è ancora sufficiente per essere rilevabile ».
Ne consegue che « i risultati negativi del test SARS-CoV-2 possono generare un falso senso di sicurezza sia per il singolo viaggiatore che per le autorità nazionali nel luogo di destinazione del viaggiatore » che potrebbe indurre ad un abbassamento dell’attenzione e del rispetto delle regole igieniche.
Tanto premesso, « l’OMS esclude i viaggiatori come un gruppo prioritario per il test in aree con trasmissione comunitaria ».
I guariti ed i vaccinati saranno “falsi positivi” ai test diagnostici
Al contrario, « l’RNA virale potrebbe essere rilevato per settimane o mesi dopo l’infezione ». Tuttavia, « la maggior parte dei pazienti, che hanno recuperato clinicamente e che hanno montato una risposta anticorpale al virus, non sono considerati ancora infettivi ».
Se i test diagnostici « fossero usati in questa situazione come condizione per viaggiare, ne risulterebbe un test positivo e la loro esclusione ».
Eguali problemi generano i test sierologici : « un test negativo per gli anticorpi non può escludere un’infezione attiva da SARS-CoV-2 » [2].
Benché dalle pubblicazioni l’OMS non trae una chiara e definitiva conclusione, appare chiaro come sia inutile testare soggetti apparentemente sani. Certamente risultano sproporzionati gli investimenti governativi, in uomini, strutture, denaro.
L’attenzione andrebbe invece riservata a tutti i soggetti che mostrino sintomi di malattia; ma per questi servono dei presidi sanitari di prevenzione diffusi capillarmente sul territorio.
–
Fonti e Note:
Credits : Photo by Medakit Ltd on Unsplash
[1] WHO, Organizzazione Mondiale della Sanità, 16 dicembre 2020, “Considerations for implementing a risk-based approach to international travel in the context of COVID-19 – Interim guidance”
[2] WHO, Organizzazione Mondiale della Sanità, 16 dicembre 2020, “COVID-19 diagnostic testing in the context of international travel”.
Commenti più recenti