Pace e guerra: perché la stampa italiana è interventista?
Come mai « i principali programmi TV e le più importanti testate giornalistiche avallano e portano avanti posizioni guerrafondaie »? Cosa si cela « dietro il dibattito portato avanti nel nostro paese sul conflitto tra Ucraina e Russia » ?
Diversi giornali e giornalisti, « ridicolizzano e sbeffeggiano qualsiasi opinione provi a smontare o mettere in dubbio questa escalation militarista con un bombardamento continuo. Urlano che se non si rifornisce di armi l’Ucraina si è filorussi e sostenitori di una criminale invasione ».
Denuncia questa per la verità lampante situazione “L’Ordine Nuovo” [1] spiegando che questo atteggiamento « si traduce anche nella legittimazione ad un enorme regalo all’industria degli armamenti ».
« I vari gruppi editoriali – spiega il blog comunista – rispondono alle necessità dei grandi gruppi che hanno alle spalle. Alimentano questa marea guerrafondaia per poterne cavalcare l’onda in vista di un profitto immediato ». Ad esempio, dall’inizio della guerra, il valore delle azioni della Leonardo sono aumentare di circa il 30%.
E, « tra le testate giornalistiche più aggressive in queste lunghe settimane troviamo “Repubblica” e “La Stampa” che appartengono al gruppo Gedi, uno dei principali gruppi editoriali in Italia. Questo gruppo editoriale possiede 26 tra quotidiani e periodici », spiega “L’Ordine Nuovo”.
Il gruppo Gedi – ricorda il blog – è guidato dalla famiglia Agnelli a cui fanno riferimento anche la “Iveco Defence Vehicle” e “Rolls-Royce” che sono anche partner di Leonardo, la nostra principale industria bellica.
Non da meno la il TG di Rai1 che proprio ieri, in occasione della manifestazione della pace di Roma, ha sapientemente manipolato il servizio che copriva l’evento dapprima dando voce solo alle forze governative presenti, incluso Enrico Letta (PD) che confermava la necessità di proseguire l’invio di armi all’Ucraina, dall’altro subito dopo mandando in onda un “pietoso” servizio sul “campo”.
Un caso che la direttrice del TG1 sia Monica Maggioni, personaggio gradito tanto a Forza Italia che al PD, è presidente della sezione italiana della Commissione Trilateral [2]?
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Fonti e Note:
[1] L’Ordine Nuovo, 10 aprile 2022, “Giornalisti con la baionetta: la propaganda di guerra e i legami fra gruppi editoriali e i monopoli”.
[2] FronteAmpio, 13 aprile 2020, “Trilateral, Bildeberg, Group30, il telecomando della democrazia”.
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