Partita la campagna “Ci vuole un Reddito!”
Assicurano di voler rappresentare « la voce di chi percepisce il reddito di cittadinanza, di chi ha lavori precari, è sfruttato e di chi un lavoro neanche lo ha »; sono una rete di organizzazioni che, assieme, hanno lanciato la campagna “Ci vuole un reddito”.
All’appello iniziale hanno risposto organizzazioni quali A buon diritto, Action Aid, Associazione 21 luglio, l’ARCI, e tanti altri gruppi prettamente romani.
Hanno avuto subito una visibilità mediatica su Fanpage, su Il Manifesto e su TPI – The Post International.
Lo scorso 24 marzo, poi, ad un’Assemblea Nazionale online, sono risultati 120 i gruppi rappresentati. Ai primi, tra gli altri, si sono aggiunti Bin Italia, Sbilanciamoci, Attac Italia, Fridays for Future.
Ci vuole un Reddito: mobilitazione nazionale il 27 maggio a Roma
La sfida è quella di creare : « reti sui territori che si attiveranno nelle strade e nelle piazze per dire che l’unica riforma del reddito che vogliamo è quella universale! ».
La campagna “Ci vuole un reddito!” già si pone un primo calendario: « ci mobiliteremo in ogni territorio con una settimana di iniziative dal 1 al 6 maggio, per poi unirci in una grande giornata nazionale a Roma, sabato 27 maggio », assicurano.
I promotori chiedono che il governo li ascolti « perché quello che serve non sono le briciole ma un vero strumento di lotta alla povertà e alla marginalità che sia universale ed inclusivo ».
L’appello è chiaro: « il Reddito di Cittadinanza non deve essere abrogato ma anzi reso più ampio ed accessibile, attraverso l’eliminazione di criteri escludenti – come quello dei 10 anni di residenza per le/gli straniere/i, o la mancata individualità – che rende il RdC drammaticamente insufficiente nelle situazioni di fuoriuscita dalla violenza domestica ».
Ci vuole un Reddito: stop alla retorica dei furbetti orchestrata da Confindustria
Ma da subito vogliono che si ponga fine alla sporca campagna alimentata dai media più potenti, quelli che rispondono alla Confindustria: « poniamo fine alla retorica dei furbetti, alla strumentalizzazione del Reddito di Cittadinanza solo per definanziare il welfare e togliere a chi ha di meno per dare a chi ha di più ».
I Padroni della Confindustria, d’altro canto, sono da sempre stati contro Il Reddito di Cittadinanza: secondo i Padroni, occorre individuare « meccanismi che spingano gli individui a cercare un’occupazione » (Marx chiamava il meccanismo creazione di un “esercito industriale di riserva”) e « incentivi che incoraggino le imprese ad assumere ».
La verità, secondo la rete “Ci vuole un reddito!” è tutt’altra.
Spiegano: « in Italia sono circa 5,6 milioni coloro che vivono in povertà assoluta, ovvero che non riescono ad avere accesso a beni e servizi considerati essenziali; circa 9 milioni le persone in povertà relativa, che hanno lo stretto indispensabile per sopravvivere; circa 15 milioni le persone a rischio esclusione sociale ».
E non è – rispondendo alla provocazione del ministro dell’agricoltura Lollobrigida – accettare lo sfruttamento e le condizioni disumane di lavoro nei campi la soluzione per uscire dalla povertà.
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Fonti e Note:
[1] Pagina Facebook di “Ci vuole un reddito!”.
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