Perché è fallito il progetto “Capitale della Cultura”

Un altro dei roboanti e megalomaniaci progetti del sindaco Tranchida va in fumo; la Città di Trapani, duole ripeterlo, non sarà la “Capitale della Cultura 2022” perché il titolo è stato assegnato alla Città di Procida (Napoli).

È così, sebbene il Ministero della Cultura politicamente sia retto dall’onorevole  Dario Franceschini, compagno di partito di Giacomino Tranchida.

Così commenta sul social Facebook, il noto concittadino Rino Candia:
« Ad oggi non avevo scritto neanche una parola su Trapani Città della Cultura, mi ero limitato a fare il tifo come tutti noi. Nel frattempo però ho letto (anzi studiato) le 61 pagine del Dossier Candidatura e già che c’ero anche il Bando del Ministero (che indicava massimo 60 pagine di dossier) e continuo a chiedermi: quale era il progetto complessivo ed il messaggio distintivo ? ».

Mi sento di sottoscrivere questa conclusione : « quale era il progetto ? », al netto del classico inutile campanilismo, quantunque ami Trapani, forse di più di molti miei distratti concittadini. 

A modo mio mi sono impegnato negli ultimi vent’anni per realizzare qualcosa che scuotesse questa Città dal torpore sociale e culturale, nella forte convinzione che Trapani ed il territorio della omonima provincia, da San Vito Lo Capo alle Egadi, da Segesta ad Erice, dalla Riserva orientata dello Zingaro fino a Gibellina, posseggono sufficienti potenzialità per competere con l’isoletta di Procida, senza trascurare altre destinazioni, anche di nomea internazionale.

Tuttavia, « questa violenza del paesaggio, questa crudeltà del clima, questa tensione continua di ogni aspetto, questi monumenti, anche, del passato, [sono] magnifici ma incomprensibili perché non edificati da noi e ci stanno intorno come bellissimi fantasmi muti ».

Così spiegava il principe di Salina a Chevalley, nel “Il Gattopardo”.

Trapani Capitale della Cultura? “Ma che c’azzecca?”

Cosa voglio dire ?

Pensare che la Cultura a Trapani possa essere rappresentata dalla “pasta col pesto alla trapanese”, dalla “pizza rianata” ( origanata per i non trapanesi ), dalle “granite” o dai “cannoli” mi sembra onestamente pochino se non provocatorio.

Eppure così ebbe a scrivere il Comune di Trapani nel proprio “dossier” [ pag. 27 ] di presentazione della candidatura a “Capitale italiana della Cultura 2022”.


Certo anche il Patrimonio gastronomico è cultura, oltre che “cottura“, ma non è cosa buona e giusta limitarsi a prender leccornie casarecce.

Con tutto il rispetto per il parroco ed i volontari dell’oratorio, indicare – sempre nel “dossier” [ pag. 25 ] – il Teatro parrocchiale “Don Bosco” come una struttura di prestigio sa di provocazione.


Paralizza le corde vocali la menzione [ pag. 18 “dossier” ] del “Sistema di videosorveglianza antincendio innovativo con DRONI” che volerebbero sull’Agro ericino ! 

E perché no le sirene ed i clacson bitonali dei Vigili del Fuoco ?

Altrettanto per la previsione di “esenzione della TARI per la messa a disposizione di locali privati nel centro storico” [ pag. 29 “dossier” ].

DO UT DES, tu apri le tue porte e chiudi il portafoglio, verrebbe da dire !
Sarebbe forse la cultura del baratto ?

“Ma che c’azzecca?”, ripeterebbe l’ex Pubblico Ministero, Antonio Di Pietro.

Anche il linguaggio usato fa inorridire con la metaforica “chiamata alle armi” dei tanti cittadini. L’Amministrazione comunale lo usa impropriamente per indicare l’impegno di diversi soggetti nel sostenere la partecipazione al concorso.

Ancora una volta dico: che c’azzecca la cultura con le armi?

Non apprezzo anche la citazione del Museo Pepoli col corredato ritratto di Nunzio Nasi, piuttosto che con altre espressioni figurative di ben altro valore presenti già nella prima sala espositiva, e risalenti al tardo medioevo quali il capolavoro del “Polittico raffigurante la Madonna in trono con Bambino che incorona Santa Caterina tra angeli e santi” come suggerito dallo stesso Museo sul proprio sito web.

La scelta del ritratto di Nasi, mera espressione della “pittura del primo novecento”, ha nulla a che fare col fatto che fu un massone ?


L’eminente professor Ninni Passalacqua e il simpatico Aldo Marchingiglio, noti personaggi trapanesi spesso su Facebook, oggi contestano “i comunquecontro” che osano rilevare la povertà di contenuti del progetto di Rosalia D’Alì e di Giacomo Tranchida, pardon, di Giacomo Tranchida e di Rosalia D’Alì.


Ma loro, eccellentissimi esempi della cultura indigena, non potranno non condividere che la Cultura ( scritta volutamente con la C maiuscola ) è assai differente dall’attività progettuale suggerita nel dossier comunale e bocciata dalla Giuria per povertà di idee e di spunti contenuti, evidentemente.

Una povertà di idee che spinge ad ipotizzare che la partecipazione al concorso sia stata solo una sorta di propaganda orientata verso le future scadenze elettorali.

Dossier Trapani Capitale della Cultura: alcuni errori materiali

Una chiosa sugli errori materiali presenti nel dossier in parola.

Non fanno onore alla Cultura :

  • gli “i-book” che sarebbero presenti nella biblioteca diocesana,
  • le mura “elimiche” di Tramontana [ pag. 12 ] che però non furono edificate dagli Elimi ma dai loro pronipoti spagnoli, 
  • l’Europeade che si dovrebbe svolgere – riporta il dossier – nel mese di luglio 2021, sebbene i ballerini folk dovrebbero giungere nel 2022.

Solo per completezza di informazione va detto che la ricca città lituana di Klaipeda ha pure rinunciato, lo scorso dicembre, ad organizzare la manifestazione nel corrente 2021. Questo vorrà pur dire qualcosa.

Cosa deve essere una Città Capitale della Cultura

La Cultura nella Capitale della Cultura in pectore, è ben altra di quella illustrata nel dossier.

E’ prima di tutto “scuola”, è lotta all’abbandonato scolastico, è sostegno agli studenti cosiddetti fragili, è cura dell’analfabetismo di ritorno tra gli adulti, ma nulla leggo di tutto ciò nei propositi del Comune.

La Cultura è anche lettura, di giornali e di libri, ma l’assessore Rosalia D’Alì ha notoriamente [1] bocciato l’apertura di “punti di lettura” per adolescenti ed adulti all’interno dei Centri Sociali comunali, pur se sostenuti, al di là di chi scrive, dalla dott.ssa Margherita Giacalone, direttrice della Biblioteca Fardelliana

La Cultura è socialità.

E i Centri Sociali, oggi chiusi per il Covid, sono strutture sostanzialmente abbandonate, senza adeguati finanziamenti comunali [2], senza programmazione che non sia quella dei “balletti” autogestiti dagli anziani, del resto la dice lunga l’omissione dell’assessore al ramo, che pare non presenti, neanche al Consiglio comunale, la relazione annuale prevista dal relativo Regolamento. 

E che dire delle piazze, altro luogo di socialità ? 
Non esistono, punto basta !

L’Amministrazione Tranchida li ha estromesse dal Piano triennale delle opere pubbliche, come indesiderati clandestini.
Chissà perché ?

Eppure le progettualità erano state già programmate dal precedente sindaco pro-tempore Vito Damiano [3]:

  • la realizzazione di una grande piazza Vittorio Emanuele;
  • un’ampia area pedonale pertinenziale alla Fontana dell’Abbeveratoio di Borgo Annunziata.

I dibattiti e le conferenze in quali sottocapitoli sono state inseriti?
Anche se cercate con attenzione non se ne rilevano tracce, se non minimali.

D’altro canto dove sono “i club di lettura” che presentano libri e le associazioni che organizzano conferenze ?
In ogni caso, dove sono i locali per svolgerle ?
Unico evento fortemente sostenuto da quest’Amministrazione è stato il congresso annuale di un “club service”, il Kiwanis [4].

La Cultura è coinvolgimento della cittadinanza, di tutti, non solo della parte “amica”, ma soprattutto dell’altra parte, quella “critica”, nelle scelte politiche. E, certamente, non lo si ottiene distribuendo ad iosa termini gentili ( ad esempio, “scimuniti” ) a destra ed a manca [5]. 

Ma sempre e solo … gli altri . Qui da noi, la mascherina è obbligatoria solo per gli “scimuniti”, [6] infatti. Cultura è, invece, dare l’esempio.

Non è Cultura, ma solo sotto-cultura, rifiutare di ascoltare i concittadini [7], come pure non rispondere alle petizioni notificate via PEC.
Tanto mi consta personalmente !

In verità non esiste neppure un cenno a Trapani Città delle Querele, eppure questo primato la Città lo vanta, perché la Città falcata vede molti suoi abitanti spesso zittiti dal timore delle facili querele o di emarginazione di quanti esprimono opinioni diverse [ vedasi, da ultimo, il caso di S.B. e G.B. querelati dal sindaco [8] ].

Questa è la nostra visione di Cultura.

Ahimè, non è la stessa quella della signora D’Alì e del signor Tranchida e dei tanti signorsì che circolano in città in standby, spesso mirato al “tozzo di pane duro”.

Me ne sono reso conto.

Chissà quando Trapani sarà pronta per diventare realmente “Città della cultura” per SEMPRE, non per un solo anno, ma senza scimuniti e senza sceriffi !

Fonti e Note:

>>> Il “Dossier” Trapani Capitale italiana della Cutlura è scaricabile, attualmente, ancora, finché non lo cancellano, dal sito web del Comune.

Con i “punti lettura” non si mangia

[1] NataleSalvo.it, 31 luglio 2020, “Rosalia D’Alì contraria all’accesso universale alla cultura“:

« La Biblioteca Fardelliana, già agli inizi degli anni ’80, si era fatta promotrice di un progetto, il cosiddetto Centro Rete, che prevedeva l’apertura di biblioteche di quartiere nell’ambito del territorio comunale. Nel 1982 venne reso operativo un primo “Punto Lettura” presso il quartiere di Borgo Annunziata, in locali messi a disposizione dall’Amministrazione Comunale ».

Poi, però, sopraggiunse la carenza di personale – problema per fortuna non più attuale – che causò la cessazione prematura dell’esperimento nato con parto podalico.

I Centri sociali quasi senza neanche la carta igienica

[2] NataleSalvo.it, 20 agosto 2019, “Dai Centri per Anziani ai Centri Civici il passo è breve, serve solo ambizione !“:

I “Centri Territoriali d’Incontro” non hanno un budget non dico sufficiente ma almeno dignitoso per svolgere anche le attività minimi che svolgono. Hanno una disponibilità nell’ordine delle mille euro annuali a Centro. Quanto basta, forse, per pagare la SIAE per le serate danzanti, comprare qualche mazzo di carte da gioco e qualche dozzina di rotoli di carta igienica di scarsa qualità. Ma sì, va bene lo stesso, semmai la portano da casa chi ne fa uso !

La Responsabilità del mancato riconoscimento di Dignità ai Centri è tutta della Giunta Municipale, perché è quest’Organo che provvede a stabilire la misura del budget per singolo Centro [vedi articolo 10 Regolamento].

I progetti delle piazze cancellati

[3] NataleSalvo.it, 27 maggio 2015, “Trapani: Damiano finalmente si muove e parte dalle Piazze“:

Il sindaco Vito Damiano, nel dettaglio, ha annunciato l’avvio di diverse iniziative che riguardano la istituzione della “Piazza Abbeveratoio Annunziata”, la soluzione delle problematiche – quantomeno estetiche – che affliggono la Piazza Martiri d’Ungheria, la valorizzazione della via Ammiraglio Staiti, la riprogettazione di Piazza Vittorio Emanuele.

Nel dettaglio, scrive Damiano, a riguardo l’area dell’abbeveratoio attigua alla via conte Agostino Pepoli, l’Amministrazione la «ha sottratta al parcheggio, spesso selvaggio, di automezzi, anche pesanti, destinandola a zona pedonale». Il sindaco annuncia, nel comunicato, che «Il progetto prevede in un prossimo futuro interventi strutturali che qualificheranno definitivamente la ‘piazza’».


Le regole valgono per gli altri, non per gli amici del Kiwanis

[4] NataleSalvo.it, 23 agosto 2019, “I soci Kiwanis di tutt’Italia a congresso a Trapani. Dubbi sul Patrocinio del Comune“:

ci sembra del tutto fuori luogo la decisione della Giunta che autorizzi l’esposizione del Gonfalone della Città falcata durante le assemblea di una Club privato, anche per quanto svolga lodevoli attività. Parimenti non condivisibile l’imbandieramento e l’esposizione dei simboli del Kiwanis sui prospetti esterni di Palazzo D’Alì, sede di questa Municipalità.

Infine incoerente oltre che incomprensibile quella sorta di “delicatezza” discriminatoria che l’Amministrazione comunale usa nei confronti del Kiwanis, derogando la presentazione delle autocertificazioni in ordine all’assenza di condanne penali o di carichi pendenti in capo al legale rappresentante e dei soci del sodalizio, quindi in palese inosservanza delle disposizioni della stessa Amministrazione. A tal riguardo, le “Nuove disposizioni (del 14 febbraio 2019) per ottenere contributi e patrocini in occasione di eventi e manifestazioni”.

I Trapanesi? Degli “scimuniti”, per il sindaco-sceriffo

[5] NataleSalvo.it, 19 marzo 2020, “Lo squallido termine scimunito inopportuno mentre dilaga la tragedia“:

Scimunito”: il vocabolo è stato sdoganato, in piena “diretta” televisiva, dal sindaco pro tempore di Trapani, ragionier Giacomo Tranchida, ed è stato da costui rivolto anche ai suoi elettori, se non a tutti sicuramente ad una parte di loro.

Statisticamente è così, anche i suoi probabili elettori sono « scimuniti » perché rei di andare « peri-peri » (traduzione dal siculo: “escono di casa”).

Sinceramente l’uso di questo vocabolo triviale da parte di un pubblico amministratore nei confronti dei cittadini, oltretutto rafforzato con altri “speciali encomi” tipo con « atteggiamento cretino » e « squallido », ha sorpreso me e tanti altri cittadini ben pensanti.

Il sindaco-sceriffo che detta regole per gli altri non è Cultura

[6] NataleSalvo.it. 20 luglio 2020, “La mascherina obbligatoria solo per gli scimuniti”:

« Evitiamo assembramenti, manteniamo il distanziamento interpersonale e la mascherina ci può dare una mano di buona salute. Vi prego, non buttiamo a mare i sacrifici di questi mesi ».

Tutti gli appelli di Tranchida sono indimenticabili, ma quest’ultimo appello ha il sapore e la fragranza della incorenza di prima qualità.

E tanto è possibile affermare, senza timore di smentite o peggio, di rituali querele, perché chi sollecita un determinato comportamento, deve correttamente attuarlo direttamente e personalmente, per coerenza.

Nel caso specifico del sindaco Tranchida egli deve, come primario esempio, egli lui – personalmente di personadeve indossare la mascherina, così mostrandosi agli interlocutori, ai giornalisti ed ai cameraman, in special modo nelle sedi istuzionali, incluso palazzo D’Alì.

Ed invece, no !


Trapani, città che non è Capitale della Cultura democratica

[7] NataleSalvo.it, 14 settembre 2019, “Da Trieste fino a Trapani: Quindi siamo ancora in Democrazia ?“:

Io e te non abbiamo nulla da dirci …Tu scrivi sempre minchiate contro di me”. In uno Stato dove la Guida della Nazione, rifiutasse di incontrare ed ascoltare un cittadino, un oppositore politico, un giornalista, un blogger, oppure tentasse di giustificare questa sua acredine per le critiche ricevute, ma veritiere nei fatti, potremmo ancora affermare convintamente di trovarci in DEMOCRAZIA?

Esemplificando, se un Sindaco rifiutasse di dare udienza ad un cittadino residente ed in possesso dei diritti civili fondamentali, oppure che gli dicesse “Io e te non abbiamo nulla da dirci”, nascondendosi o giustificandosi temerariamente cosi :

– “Tu scrivi sempre minchiate contro di me”,

non sarebbe ammesso o giustificato in nessuna città dell’Italia, neppure in una borgata rurale popolata solo da bovari disabituati a stare tra la gente.

Trapani Capitale italiana delle querele, un record imbattibile

[8] NataleSalvo.it, 12 gennaio 2021, “Commentano su Facebook, Tranchida li querela“:

Rivestire un ruolo pubblico comporta l’accettazione di tutte le tipologie valutative, dalle lodi autentiche, passando dal “lecchinismo” al “mascariamento” fino alla critica nuda e cruda !

La querela, nel secondo caso, rischia di tramutarsi in un tentativo di censura, come una sorta di ostacolo al diritto di pensiero e di critica.

Al di là dell’esito finale dello specifico caso giudiziario, l’evidente tempo e denaro sprecato per l’obbligatorietà dell’azione penale esercitato dalla Magistratura, nei confronti di due cittadini, nel futuro e per casi simili, produrrà scoramento e magari disinteresse ad occuparsi – direttamente o indirettamente – della res publica, quantomeno per timore di ricevere querela e di doversi sobbarcare spese legali e durevoli stati di ansia.

Questi ultimi effetti saranno soddisfacenti per chi è avvezzo a tali pratiche ?


Natale-Salvo-BN

Natale Salvo

Nato e cresciuto nella terra del “Gattopardo”, la Sicilia. Ha dedicato la propria esistenza all'impegno sociale. Allenatore di una squadretta di calcio di periferia, presidente del circolo di Legambiente, candidato sindaco per il Partito Umanista. Infine blogger d’inchiesta; ha pagato le sue denunce di cattiva amministrazione con una persecuzione per via giudiziaria. E' autore del libro "La rivoluzione copernicana chiamata Reddito di Base", edito da Multimage, Firenze.

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