Perché patriottismo e capitalismo frenano la pace

«Se lo stesso scandalo per lo scontro verbale in diretta televisiva tra Trump e Zelensky si sollevasse per le centinaia di migliaia di giovani ucraini e russi che da tre anni si uccidono reciprocamente lontano dalle telecamere, forse l’Europa avrebbe mediato il conflitto da tempo» [1]. Con questa riflessione, Pasquale Pugliese, militante nonviolento, lancia sul sito di Azione Nonviolenta una proposta per risolvere il conflitto tra Russia e Occidente e quindi riportare la pace.
L’idea è interessante, ma presenta alcune criticità. Prima di analizzarla, è necessario affrontare due questioni di fondo.
Pace in Ucraina: Cosa non considera Pasquale Pugliese
La prima la spiega Karl Liebknecht in “Militarismo e anti-militarismo”: «Le classi dominanti hanno sempre utilizzato il militarismo come strumento per mantenere il loro potere e sopprimere le aspirazioni delle classi oppresse» [2]. In altre parole, «il vero antimilitarismo non può essere separato dalla lotta contro il capitalismo. Il disarmo non avverrà mai sotto un sistema basato sulla competizione e sul profitto». Spesso, infatti, seppur sincero, «l’antimilitarismo borghese manca di una comprensione profonda delle radici economiche del militarismo, limitandosi a critiche superficiali» [2].
La seconda viene da Vladimir Lenin, che in “L’Imperialismo, fase suprema del capitalismo” pone una domanda chiave: «Quale altro mezzo esiste, in regime capitalista, per eliminare la sproporzione tra lo sviluppo delle forze produttive e l’accumulazione di capitale da un lato, e dall’altro la ripartizione delle colonie e “sfere” d’influenza, all’infuori della guerra?» [3].
Pugliese (Azione Nonviolenta): Una “pace giusta” così
Tornando alla proposta di Pugliese [1], essa si basa su tre punti principali:
- «Convocare una Conferenza internazionale di pace sotto l’egida dell’ONU». Tuttavia, per Statuto, l’ONU è paralizzata dai veti contrapposti di Stati Uniti e Russia e dalle pressioni esercitate sui loro alleati economici. Per questo, ha un potere decisionale molto limitato. Lo abbiamo visto coi veti sulle soluzioni umanitarie al conflitto tra Israele e Palestina.
- «Creare una zona smilitarizzata di 500 chilometri tra Unione Europea e Russia». Un’idea corretta, ma di difficile attuazione.
- «Avviare una moratoria nucleare in Europa, coinvolgendo Francia, Regno Unito, Russia e Stati Uniti – con suoi ordigni presenti anche in Germania, Italia, Belgio, Paesi Bassi -, con l’adesione al Trattato per la messa al bando delle armi nucleari (TPNW)». Anche questa è una proposta giusta, ma poco realistica senza un cambiamento radicale negli equilibri geopolitici.
Il percorso per la pace è un percorso culturale
Pugliese, però, mette in luce un elemento fondamentale: gli «interessi dell’industria bellica internazionale», che spingono per il riarmo e la guerra. Il militarismo non si impone solo con la forza, ma anche attraverso la propaganda, fin dall’infanzia. Come scriveva Liebknecht, «il militarismo moderno cerca di armare il popolo contro se stesso, costringendo i lavoratori a diventare oppressori e nemici dei propri compagni di classe» [2].
La risposta sta nell’educazione. Bisogna agire su giovani, scuole, media e politica per spiegare che il patriottismo è «un inganno: i soldati, che sono figli del proletariato, vengono usati per difendere gli interessi di chi li sfrutta» [2]. Un percorso difficile certo, che si scontra coi i facili populismi di organizzazioni politiche che vogliono ritagliarsi il proprio spazio di visibilità, anche propagandando un riarmo atomico per l’Italia, come fa il movimento Drin Drin.
Inoltre, come sottolinea Pugliese, l’Europa deve recuperare lo spirito di Ventotene, antinazionalista e antimilitarista. «La federazione europea riduce al minimo le spese militari, permettendo così l’impiego della quasi totalità delle risorse a scopi di elevazione del grado di civiltà», scriveva Altiero Spinelli nel 1942 [1].
La pace non è un’utopia. Ma per ottenerla, la lotta contro il militarismo deve essere legata alla lotta contro il capitalismo e il neoliberismo. Solo così sarà possibile un cambiamento reale.
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Fonti e Note:
[1] Azione Non Violenta, 11 marzo 2025, Pasquale Pugliese, “Uscita di sicurezza dalla guerra e dal riarmo. Cinque passi per la pace in Ucraina con la forza della nonviolenza”.
[2] Sinistra Libertaria, “Liebknecht: Il militarismo? Strumento dominio borghesia”.
[3] Marxists, Vladimir Lenin, “L’imperialismo fase suprema del capitalismo”, cap. VII (1916).
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