Perù: le proteste proseguono con la “Toma de Lima”

Resta delicata la situazione in Perù dopo che, il 15 dicembre scorso, il Congresso della Repubblica ha destituito e ordinato la detenzione del presidente Pedro Castillo.

Mentre la difesa del destituito presidente sostiene che non è stato rispettato il giusto processo, in quanto non gli è stato consentito di esercitare il suo diritto alla difesa in Parlamento [1], nel Paese sono esplose ampie proteste.

Perù: proteste, repressioni poliziesche, centinaia feriti, decine morti

Al 23 gennaio si contano, oltre che 912 feriti tra i civili e 580 tra la polizia, anche 46 civili uccisi negli scontri; oltre a 9 civili uccisi in incidenti stradali ed eventi legati ai blocchi stradali e, infine, un poliziotto ucciso in atti di violenza nel contesto del conflitto [2].

Il Governo ha risposto dichiarando lo “stato di emergenza” a partire dal 15 gennaio, per 30 giorni, nelle regioni di Callao, Lima, Puno e Cusco e affidato l’ordine interno tanto che alla Polizia Nazionale Peruviana (PNP) quanto alle Forze Armate [3].

Contemporaneamente, ha deciso l’istituzione, per dieci giorni, di un “coprifuoco” – dalle 20 alle 4 del mattino – nella regione di Puno, obbligando in sostanza la popolazione a restare a casa durante la notte.

Con altro provvedimento, il governo del Perù ha ordinato la chiusura a tempo indeterminato della Rete dei Sentieri Inka e dell’accesso a Machu Picchu [4], per preservare – sostiene – la cittadella di fronte al pericolo di essere colpita dalle proteste.

Tuttavia, dopo settimane di proteste specie nel sud del Perù, i manifestanti hanno deciso lo scorso 19 gennaio di “prendere” Lima, la capitale.

I cittadini hanno chiesto soprattutto le dimissioni del presidente Dina Boluarte, accusata di essere responsabile degli eccidi dei manifestanti, e nuove immediate elezioni parlamentari.

Molti manifestanti sono stati ospitati presso le Università San Marcos (UNMSM) e di Ingegneria (UNI), ma sono stati successivamente raggiunti ed arrestate dalla polizia [5].

Perù: le delicata reazione dell’ONU

Nel frattempo è intervenuto, da Ginevra, l’Ufficio delle Nazioni Unite per i diritti umani il quale per bocca di Marta Hurtado ha chiesto [6] che alle forze di sicurezza che “la forza sia usata solo quando strettamente necessaria” e che si “indaghi imparzialmente” sui ferimenti e le morti occorse.

Il Parlamento, forse nel tentativo di raffreddare le proteste, ha quindi votato – 75 a favore e 42 contrari – per la istituzione di una “Commissione investigativa multipartitica per determinare le presunte responsabilità penali e politiche dei gravi effetti sui diritti umani quali la vita e l’integrità fisica nei confronti dei cittadini e delle forze dell’ordine” che dovrà relazionare entro 90 giorni [7].

Fonti:

[1] RPP Noticias, 17 gennaio 2023, “Poder Judicial evaluó “cuestión previa” presentada por Pedro Castillo para anular proceso en su contra”.

[2] Defensoria del Pueblo, 23 gennaio 2023 [PDF dettagliato con nomi, date e luoghi delle morti]

[3] La Repubblica Perù, 14 gennaio 2023, “Gobierno declara estado de emergencia en Lima, Callao, Puno y Cusco”.

[4] Ministero della Cultura del Perù, 20 gennaio 2023, “Comunicado sobre cierre de Machupicchu y red de Caminos Inka”.

[5] El Comercio, 24 gennaio 2023, “Protestas en Perú: intervención en la UNMSM y marchas en Lima y regiones”.

[6] Nazioni Unite, 10 gennaio 2023, “Perú: la ONU pide investigar las muertes durante las protestas”.

[7] El Comercio, 12 gennaio 2023, “Congreso aprueba crear una comisión especial para investigar muertes en protestas”.

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Natale Salvo

Nato e cresciuto nella terra del “Gattopardo”, la Sicilia. Ha dedicato la propria esistenza all'impegno sociale. Allenatore di una squadretta di calcio di periferia, presidente del circolo di Legambiente, candidato sindaco per il Partito Umanista. Infine blogger d’inchiesta; ha pagato le sue denunce di cattiva amministrazione con una persecuzione per via giudiziaria. E' autore del libro "La rivoluzione copernicana chiamata Reddito di Base", edito da Multimage, Firenze.

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Una risposta

  1. Fabrizio Sbaraglia ha detto:

    Lo hanno ispirato loro, vuoi che adesso si lamentino?

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