Poste Italiane: Lottiamo insieme chiede assunzione 10.000 precari
« Timore che un’ulteriore privatizzazione possa acuire la precarizzazione del lavoro già in essere nel recapito postale e le evidenti criticità che si sono palesate negli ultimi anni » è stato espresso da una delegazione di delegazione di lavoratori precari di Poste Italiane ricevute in parlamento.
I lavoratori sono allarmati per l’annunciata nuova tranche di privatizzazione annunciata dal governo conservatore guidato da Giorgia Meloni [1] che fa seguito alla prima privatizzazione del 35% di Poste Italiane condotta a termine dal governo guidato da Matteo Renzi ( all’epoca targato PD ).
Poste Italiane oggi è il primo datore di lavoro in Italia con 106.116 dipendenti ( dato del 2022 ).
E’ evidente, però, che i privati debbano « perseguire il massimo profitto, come le regole di mercato richiedono », lamentano i lavoratori raggruppatisi nel movimento “Lottiamo Insieme”.
I lavoratori nell’incontro hanno ricordato come « le politiche aziendali che hanno fatto seguito al processo di privatizzazione si sono da subito contraddistinte per la tendenza a preferire una certa flessibilità lavorativa ». « Dal 2017 al 2023 quasi 90 mila precari hanno prestato servizio alle dipendenze di Poste Italiane », spiegano precisando che « l’azienda ha provveduto a stabilizzare 12.500 lavoratori ».
« La quasi totalità dei precari è impiegata nella gestione della corrispondenza e dei pacchi », ancora precisano i lavoratori. Che poi spiegano: « La precarizzazione del lavoro si attua con un peggioramento delle condizioni lavorative ». Nella migliore delle ipotesi il contratto precario si protrae fino a dodici mesi, durata massima consentita senza obbligo di causale secondo la vigente normativa ma, di rinnovo in rinnovo, il lavoratore precario è soggetto ad ubbidire a qualunque vessazione pur di non perdere la possibilità di un altro spezzone come ad esempio il non aver pagato il lavoro straordinario o, più in generale, uno sfruttamento “stile Amazon”.
Solo coloro che realizzano almeno sei mesi di lavoro, infine, possono essere inseriti in specifiche graduatori e sperare in un’assunzione a tempo indeterminato.
« Lo Stato dovrebbe impegnarsi nel promuovere l’occupazione stabile e dignitosa nella gestione di un servizio di pubblica utilità. E verificare che ciò avvenga e si realizzi secondo criteri di equità e imparzialità, perché non c’è futuro in un’esistenza precaria », scrive nel comunicato il movimento “Lottiamo Insieme”. La qui la richiesta conclusiva: « l’assoluta urgenza di stabilizzare tutte [sono circa 10.000 ancora, NdR] le precarie e i precari inseriti in graduatoria » e, naturalmente, lo stop « al programma di privatizzazione della società annunciato dall’attuale Esecutivo ».
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Fonti e Note:
[1] Huffpost, 4 gennaio 2024, “Giorgia Meloni: Privatizzeremo quote di Poste e Ferrovie”.
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