Proteste e polemiche davanti la base militare di Birgi
In trenta, collaboratori scolastici, insegnanti e docenti aderenti alle sigle dei sindacati della scuola CUB e SGB, nell’arco della giornata di ieri hanno partecipato a un presidio anti-militarista nelle adiacenze dell’ingresso della base aeronautica di Trapani-Birgi.
« L’evento simbolico voleva servire per una riflessione sulle guerre un corso in diversi paesi del mondo, dall’Ucraina allo Yemen, dalla Siria all’Eritrea, passando per la Palestina, e sulle diverse e discriminatorie maniere di raccontale o non raccontarle, affrontarle e infine mitigarne gli effetti sulle popolazioni civili », spiega uno dei promotori, Natale Salvo (CUB).
Dichiara ancora il sindacalista di base: « Noi non crediamo che l’opzione della violenza sia quella giusta, e non crediamo che, soffermandoci sull’evento più mediatico, quello in Ucraina, ci sia da rallegrasi se, in poco più di ottanta giorni, siano stati uccisi anche dalle armi italiane 30.000 giovani soldati russi ».
I cittadini non credono più alla libertà e non conoscono la democrazia
« Dobbiamo ammettere che il presidio non è stato un successo – prosegue Natale Salvo -. Non è stato un successo per i cittadini che, forse oramai rassegnati a essere sudditi di uno stato che sembra somigliare sempre più a una tirannia, hanno rinunciato alla presenza e alla libertà d’espressione di un’opinione contro la guerra che nonostante tutto è maggioritaria in Italia. Non è stato un successo neanche per coloro che scambiano la democrazia con il solo recarsi alle urne ogni cinque anni per delegare il potere al demagogo di turno ».
Polemica sull’aeronautica militare: ci hanno nascosto!
Il delegato del sindacato CUB aggiunge una piccola polemica: « Ma la giornata di ieri non ha rappresentato un successo neanche per l’Aeronautica Militare italiana che, adducendo presunte esigenze di sicurezza militare, avrebbe impedito lo svolgimento della pur piccola e pacifica manifestazione nei pressi nell’ingresso della struttura, “posteggiando” invece i cittadini presenti in uno slargo lontano dagli occhi dei militari, dei visitatori della caserma e degli automobilisti in transito e persino allontanando dall’ingresso un’auto vuota perché su essa sventolavano due bandiere della pace ».
« Averci alla fine autorizzato alla foto souvenir davanti la base è stato offensivo oltre che contraddittorio: noi trenta non eravamo in gita di piacere e la base NATO ci ricorda la morte che dispensano le armi, non è certo il luogo ideale per una gita scolastica », conclude amareggiato Salvo.
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