Rassegna Stampa 2 agosto 2024: la strage dei Rom
A chi dice che non esistono destra e sinistra, rispondono, L’Unità e Il Secolo d’Italia: il primo scrive a difesa dei rom e l’altro di ideologia woke.
Lo scorso 27 gennaio, anniversario del genocidio degli ebrei ad opera dei nazisti e dei collaborazionisti fascisti, la signora Giorgia Meloni, capo del partito le cui radici affondano nel regime dittatoriale guidato da Benito Mussolini, anche per esprimere la propria vicinanza al governo di Israele attaccato da più parti per il genocidio in corso in Palestina, affermò la « unicità » dello sterminio degli ebrei.
Esiste, tuttavia, un “27 gennaio” di serie B, il 2 agosto, data in cui si ricorderebbe lo sterminio del popolo rom e sinti, avvenuto sempre durante la II guerra mondiale ad opera dei nazisti di Adolf Hitler.
In Italia, delle stampa nazionale, solo L’Unità [1], giornale ex comunista oggi potremmo definire organo del socialismo liberale, ha ricordato la drammatica ricorrenza. E lo ha fatto proprio denunciando « il carattere di una tragedia laterale, di serie B, mantenendo quella distinzione » e proponendo di « inserire a pieno titolo il Porrajmos nella legge che istituisce la Giornata della memoria » il 27 gennaio. Perché nei campi nazisti « se ne sono andati in silenzio, come l’altro mezzo milione di fratelli e sorelle, bambini e bambine » ( in particolare, « nella notte del 2 agosto 1944 circa 4300 donne, bambini e anziani rom e sinti venivano bruciati nei forni di Auschwitz-Birkenau » ).
Con un secondo pregevole articolo, ancora L’Unità [2], denuncia come la storia dei rom e sinti sia, in Italia, una « storia esclusa dai libri scolastici, in cui la comunità maggioritaria ha scelto di non narrare lo schiavismo europeo nei confronti di rom e sinti, le persecuzioni, gli stermini, il confinamento nei ghetti deciso non solo da regimi totalitari negli anni ‘40 ma ancora oggi in uso per via di politiche pubbliche discriminatorie, che creano odio ».
Sull’antizingarismo ero intervenuto già qui, in passato.
Nella stessa data, Il Secolo d’Italia [3], giornale che fa riferimento all’estrema destra, ovviamente si guarda dal ricordare il genocidio dei rom e dei sinti e, in linea con le politiche manipolatorie distrattive usate da molti media specie di destra, s’inventa di sana pianta un tema di discussione: la pugile algerina che ha battuto per rinuncia quella italiana era un trans! Cioè « un avversario che solo per i burocrati del Cio è una donna ». In realtà non è così, ma fare disinformazione tra gente che è già razzista di suo funziona sempre!
« A prendere i pugni e a rischiare l’incolumità fisica c’era lei e non i pugili da tastiera: bene ha fatto, quindi l’azzurra a dare la risposta che tanti, in Italia, si aspettavano ». Il quotidiano della destra prosegue sostenendo che la resa dell’italiana Angela Carini è stato « un formidabile cazzotto alla ipocrisia gender e alle difese cavillose del Cio e degli altri campioni dell’ideologia woke ». In una frase, sempre per stare in linea con la disinformazione, s’inventa due “ideologie”, la gender e la woke, che esistono solo nella testa dei propagandisti neofascisti.
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Fonti:
[1] L’Unità, 2 agosto 2024, “La notte dello sterminio dei Rom: 80 anni fa in 4300 bruciati nei forni di Auschwitz”.
[2] L’Unità, 2 agosto 2024, “Cosa è l’antiziganismo, il razzismo anti rom che ancora oggi coinvolge la grande maggioranza della popolazione”.
[3] Il Secolo d’Italia, 1 agosto 2024, “Il pugno di Angela Carini alla ipocrisia gender, lascia l’algerina sola sul ring. Meloni: non era un match equo”.
Io però mi domando a che serva l’ordine dei giornalisti se la taratura è questa