Riarmo UE su dati gonfiati: cosa non torna nel piano von der Leyen

La notizia ha scosso l’opinione pubblica: la presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, ha annunciato il piano “Rearm Europe”, un’iniziativa in cinque punti per «mobilitare 800 miliardi di euro destinati alla difesa dell’UE». L’obiettivo? Consentire agli Stati membri di «aumentare in modo massiccio il loro sostegno all’Ucraina» [1]. Tuttavia, l’intera strategia si basa su un presupposto traballante: la presunta minaccia russa e la convinzione che l’Europa spenda troppo poco in armamenti rispetto a Mosca.
Ma i dati su cui si fonda questa corsa al riarmo sono davvero attendibili?
La Russia spende di più in armi che l’Europa? Un confronto distorto
Von der Leyen e i sostenitori del riarmo si basano su due affermazioni chiave:
- Gli Stati Uniti, col ritorno di Trump, non sarebbero più affidabili per la difesa europea.
- La Russia investe più dell’Europa nella produzione di armamenti.
Entrambe le tesi sono discutibili.
L’organizzazione pacifista Peacelink denuncia come vengano diffuse «statistiche artefatte per convincere l’opinione pubblica che le spese militari della Russia siano superiori a quelle dell’Europa» [2]. Anche Analisi Difesa, fonte accreditata nel settore, smonta questa narrativa: «stimare la spesa russa in 462 miliardi di dollari, anziché nei 146 miliardi reali, ricorda la vecchia strategia della Guerra Fredda di gonfiare i numeri di Mosca per giustificare un aumento delle spese militari occidentali» [3].
L’Osservatorio sulla Spesa Pubblica (OCPI) rincara la dose: quando i media (Financial Times, Associated Press, Politico) hanno riportato la notizia che la spesa militare della Russia nel 2024 è stata superiore a quella aggregata del resto dell’Europa, «hanno usato criteri di valutazione incoerenti. Mentre la spesa russa viene espressa in termini di parità di potere d’acquisto (PPP), quella europea è calcolata in dollari correnti» [4]. Un confronto che, di fatto, distorce la realtà.
I dati diffusi dalla stampa sembrano frutto di una manipolazione deliberata, usata per giustificare la corsa al riarmo promossa da von der Leyen.
Se è vero che la spesa russa è aumentata negli ultimi anni, precisa ancora l’OCPI, è altrettanto evidente che «la spesa militare russa è in buona parte destinata a rimpiazzare le ingenti perdite sul campo di mezzi e munizioni sostenute dall’inizio dell’invasione dell’Ucraina». In altre parole, «l’aumento degli arsenali russi è stato ben inferiore a quello suggerito dalla sua spesa militare»[4].
I dati diffusi dalla stampa sembrano frutto di una manipolazione deliberata, usata per giustificare la corsa al riarmo promossa da von der Leyen.
Il vero costo della guerra in Ucraina
Mentre si dibatte su una presunta “minaccia russa“, l’Europa ha già speso cifre astronomiche per la guerra in Ucraina. Nei tre anni di conflitto, gli alleati di Kiev hanno stanziato circa 267 miliardi di euro, di cui 130 miliardi solo per l’assistenza militare. L’Unione Europea ha versato 132 miliardi, superando addirittura gli Stati Uniti, che si sono fermati a 114 miliardi.
Eppure, la narrazione che giustifica il riarmo non si arresta.
Secondo Analisi Difesa, Trump non punta a disimpegnarsi dall’Europa, bensì a «vendere agli europei (sotto la minaccia dei dazi) i sistemi d’arma “made in USA”» [3]. Non a caso, oggi «circa l’80% degli appalti per la difesa proviene attualmente da fornitori al di fuori dell’Unione Europea»[5], con un’enorme fetta destinata all’industria bellica statunitense.
La militarizzazione dell’Europa: un rischio per tutti
Il Kiel Institute di Berlino sostiene che «l’aumento della spesa per la difesa potrebbe favorire in modo significativo la crescita economica e la base industriale dell’Europa se gli esborsi fossero destinati ad armamenti ad alta tecnologia e fabbricati a livello regionale» [insomma, se compriamo armi fabbricate da aziende europee non se importiamo armi statunitensi, N.d.R.] [5].
Questo approccio solleva interrogativi cruciali: vogliamo davvero un’Europa che affida la sua crescita economica all’industria bellica?
L’Europa ha tradito i suoi ideali?
Intanto, in Ucraina, «dopo tre anni di conflitto armato, la situazione militare appare sempre più compromessa per Kiev. Il governo ucraino affronta un’ampia diserzione e una crisi delle proprie forze armate», sottolinea Peacelink [2]. Nel frattempo, «l’85% dei cittadini europei è contrario all’escalation militare» [2], eppure i governi continuano ad aumentare le spese per la difesa, ignorando la volontà popolare.
Ma l’Unione Europea non era nata per garantire la pace?
Karl Liebknecht, storico oppositore della militarizzazione della Germania nel 1914, denunciava la guerra come “il nemico principale” da combattere.
Oggi, l’Europa sembra aver dimenticato la lezione della storia e si avvia verso un nuovo ciclo di riarmo che rischia di compromettere la sicurezza collettiva.
È ancora possibile un’alternativa?
L’Europa deve scegliere: continuare sulla strada della militarizzazione o riscoprire il suo ruolo di promotrice della diplomazia e della pace. Noi cittadini possiamo ancora far sentire la nostra voce. La domanda è: vogliamo davvero un futuro in cui la sicurezza si costruisce solo con le armi?
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Fonti e Note:
[1] AdnKronos, 4 marzo 2025, “Von der Leyen presenta piano per riarmare l’Europa: Dobbiamo difenderci”.
[2] Peacelink, 25 febbraio 2025, “No all’aumento delle spese militari”.
[3] Analisi Difesa, 25 febbraio 2025, Giandrea Gaiani, “Spese militari e aiuti all’Ucraina: valutazioni a confronto”.
[4] Osservatorio Conti Pubblici Italiani, 22 febbraio 2025, “Facciamo chiarezza: nel 2024 la spesa militare europea eccedeva quella russa del 58%”.
[5] Kiel Istitute, 14 febbraio 2025, “Guns and Growth: The Economic Consequences of Surging Defense Spending”.
In sostanza, «uno studio dell’IISS parte dalla spesa militare russa nel 2024 espressa in rubli e la converte in dollari a tassi di cambio correnti, giungendo a una spesa di 145,9 miliardi di dollari (il 6,7% del Pil). Poiché i prezzi in Russia, per gli stessi prodotti, sono più bassi dei prezzi negli Stati Uniti, 145,9 miliardi di dollari valgono in Russia molto più che negli USA in termini di potere d’acquisto. Per ovviare a questo problema, correttamente e seguendo la pratica internazionale, l’IISS calcola anche la spesa russa utilizzando non tassi di cambio correnti, ma tassi di cambio “a parità di potere d’acquisto” (PPP), che sono quelli che equalizzano i prezzi tra Russia e Stati Uniti. In questo modo l’IISS conclude che per la Russia “a parità di potere d’acquisto, la spesa militare totale nel 2024 arriverebbe a 461,6 miliardi di dollari internazionali”, aggiungendo che questa è “vicina al totale della spesa europea».
Meno male che ci sono siti di controinformazione. Grazie
Grazie a te che cerchi di informarti, Carlo.