Rifondazione, Acerbo lancia il “Fronte largo” antifascista

Maurizio Acerbo è stato la “star” della prima giornata del XII Congresso del Partito della Rifondazione Comunista, in corso fino a domenica a Montecatini Terme, in provincia di Pistoia.

Ma il suo intervento-fiume, durato circa novanta minuti (troppi!), verrà ricordato più per ciò che non ha detto che per ciò che ha effettivamente affermato.

Non ha mai nominato due importanti ospiti presenti in sala: Mauro Alboresi, segretario nazionale del Partito Comunista Italiano, e Fabio Granata, co-portavoce di Potere al Popolo!. Anzi, riferendosi chiaramente al secondo, ha usato un tono aspro nel citare la data del 7 ottobre, che per molti filo-palestinesi ha un significato positivo. Eppure, non ha mancato di citare altri ospiti ben meno noti.

Maurizio Acerbo: il PD di Schlein non è il PD di Renzi

Nel suo discorso, Acerbo non ha neppure accennato alla possibilità di un dialogo tra le diverse forze comuniste minoritarie presenti nel Paese. Al contrario, ha ribadito con forza il sostegno al “campo largo” del Partito Democratico, sia pure non come alleato strategico, ma sulla base di un accordo elettorale-programmatico.

«Il tentativo di costruire un’alternativa di sistema non ha funzionato, non abbiamo incrinato il bipolarismo», ha sentenziato, per poi attaccare chi si ostina a creare «soggetti unitari, inutili piccoli recinti settari».

Per giustificare questa svolta, ha sostenuto che «pur essendo molto critici del centro-sinistra, il ‘campo largo’ di oggi non è quello del passato: il Movimento Cinque Stelle fa parte della sinistra al Parlamento Europeo, il PD di Schlein non è il PD di Renzi». Peccato che su due questioni cruciali Acerbo abbia preferito tacere: l’invio di armi all’Ucraina, sostenuto dalla Schlein, e il silenzio del PD sul genocidio in Palestina.

La parola chiave del suo intervento, però, è stata “antifascismo”. Ha invocato uno «schieramento antifascista» per fermare la deriva del Paese verso destra, parlando di un «fronte largo contro la deriva anti-democratica» incarnata da figure come Milei, Trump, Musk e la coppia Macron-Le Pen.

Ma poi ha ammesso: «Il nemico è più forte di noi, e per questo la convergenza e la tensione unitaria sono un dovere». Ha ricordato che «anche nel 1943 i comunisti avevano l’idea di unire tutti per battere i fascisti». Il parallelismo storico è ambizioso, ma convince poco.

Acerbo e l’escamotage per battere l’opposizione interna

Acerbo non ha parlato da segretario uscente che relaziona il congresso: il suo è stato un vero e proprio inno alla mozione 1, la sua. Ben lontano dallo stile di Paolo Ferrero che, nel 2017, dopo aver perso il X Congresso a favore del giovane Acerbo, dichiarava: «Sono molto felice di poter passare il testimone a Maurizio Acerbo che con il suo entusiasmo, la sua intelligenza e la sua passione saprà dare un contributo decisivo allo sviluppo del partito, alla costruzione di una sinistra unitaria, al rilancio della lotta per l’alternativa» [1].

Ha comunque cercato di tendere una mano alla “minoranza” del partito, affermando che «le differenze sono una ricchezza» e che serve «una proposta politica che tenga assieme anche chi ha votato l’altro documento». Ma ha anche liquidato la controparte interna come parte di uno «scontro sterile».

Dal cilindro, poi, ha estratto l’idea di «una consultazione degli iscritti» per decidere le alleanze elettorali. Una proposta che suona più come un escamotage che come una reale apertura.

Maurizio Acerbo: sono un comunista libertario, poi si corregge

Non è mancato un omaggio a Papa Francesco, definito «il nostro principale alleato contro le guerre”. Acerbo si è scagliato contro il “campismo”, prendendo di mira in particolare l’Iran, definito un «regime illiberale» indifendibile, anche se «si oppone agli Stati Uniti». Ha poi criticato sia la Russia che l’Ucraina e attaccato i cosiddetti “rosso-bruni”. «Per raccattare qualche voto non ci mettiamo ad attaccare gli immigrati; se stai con Vannacci non sei rosso-bruno, sei bruno e basta. Il nostro nemico non sta sui barconi, ma a Wall Street».

In un passaggio curioso, ha persino fatto un’allusione al PSI: «Il Partito Socialista non è Hammamet, ma la storia del primo partito organizzatore dei lavoratori». Una frase che lascia intravedere il suo vero progetto politico.

Ha difeso il comunismo dagli attacchi del Parlamento Europeo, che ha paragonato i simboli comunisti a quelli nazisti, ma ha anche preso le distanze dal socialismo reale. «Sono un comunista libertario», ha affermato provocatoriamente, per poi correggersi subito: «Non voglio fare concorrenza agli anarchici, noi ci definiamo ‘comunisti democratici».

Dopo il suo lungo intervento, sono seguiti i discorsi di Gianfranco Pagliarulo, presidente dell’ANPI, che ha auspicato «una ricostituzione unitaria della sinistra» contro «la deriva autoritaria e revisionista in atto in Italia», e di Maurizio Landini, segretario generale della CGIL, che si è soffermato sulla necessità della difesa della democrazia che, a suo dire, si sostanzia nel “diritto di sciopero” e nel “diritto-dovere di votare”.

A quel punto, erano previsti altri interventi. Ma l’ora era tarda, e ho preferito tornare a Pisa. Al Teatro Nuovo davano uno spettacolo, “Uno, due, tre! (come ti trasformo un comunista)”, che, guarda caso, raccontava di un comunista che abiura la sua fede e diventa capitalista, sedotto dal denaro, dal potere e… dalla figlioccia del padrone, un banchiere.

Una coincidenza troppo perfetta per non farci sopra una risata amara.

Fonti e Note:

[1] Il Messaggero, 2 aprile 2017, “Rifondazione comunista, finisce l’era Ferrero: il nuovo segretario è Maurizio Acerbo”.

Natale-Salvo-BN

Natale Salvo

Nato e cresciuto nella terra del “Gattopardo”, la Sicilia. Ha dedicato la propria esistenza all'impegno sociale. Allenatore di una squadretta di calcio di periferia, presidente del circolo di Legambiente, candidato sindaco per il Partito Umanista. Infine blogger d’inchiesta; ha pagato le sue denunce di cattiva amministrazione con una persecuzione per via giudiziaria. E' autore del libro "La rivoluzione copernicana chiamata Reddito di Base", edito da Multimage, Firenze.

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4 risposte

  1. Franco ha detto:

    Acerbo a un certo punto della relazione riconosce che qualcosa non è andata bene. Dice che Rifondazione è alle pezze, non riesce neppure a riempire le piazze più piccole ma in un’ora e mezza non menziona alcun errore personale nonostante a guidare il partito è stato lui dal 2017.
    E’ una relazione in cui c’è di tutto e di più. Ammirevoli i suoi richiami alla costituzione, ai principi democratici, alla difesa dell’antifascismo e al simbolo.
    Purtroppo però sembra che più che un progetto politico abbia in testa delle convinzioni dovute alle circostanze. D’altronde lui lo dice che bisogna operare con zig zag. Oggi provo questa cosa domani ne provo un’altra. Proclami e adattabilità che in questi suoi otto anni di dirigenza hanno ottenuto vaghi risultati. Non si riesce a immaginare come possano magicamente risultare vincenti.

  2. Natale Salvo ha detto:

    Anche il comunismo di Acerbo mi è apparso “a zig-zag”; lo vedrai bene come segretario del PSI. Che dici?

  3. Franco ha detto:

    Pure PSDI

  4. Gaetano ha detto:

    Fronte largo” antifascista “. È forse la riedizione di “Fascisti su Marte ” di Guzzanti ” o ” D’ Alema di qualcosa di sinistra” di Moretti. Bello l’ omaggio a papa Francesco, il noto rivoluzionario. bolscevico ….,.. ” l’idea di «una consultazione degli iscritti» per decidere le alleanze elettorali. ” Il PSI, Il PSIUP, Il Partito Repubblicano, là”Pace nel Mondo” delle miss Italia, Landini che scopre il “Diritto allo sciopero ” , perché lo sciopero è un diritto e non un’ arma in mano ai salariati ( bravo).XII Congresso del Partito della Rifondazione Comunista, in corso fino a domenica a Montecatini, capisco i motivi, diciamo, corporali nella scelta del sito. E qui non posso che essere d’accordo con gli organizzatori. I comunisti , naturalmente, democratici e perché no, cristiani. Acerbo sempre teso( beato lui) a dare una mano alla minoranza.Gianfranco Pagliarulo, presidente dell’ANPI, che ha auspicato «una ricostituzione unitaria della sinistra» ,questa sì che è una novità. Il sinistrismo para riformista deboluccio com’è ha bisogno di ricostituenti e di tanta medicina ( Benigni docet). l’Iran, definito un «regime illiberale» Regime Illiberale, che calunnia!!! E i regimi liberali esportatori di democrazia? Ma il Comunismo del Manifesto e del Che Fare ?, ha un posticino in un campo largo di patate? A Proposito di campi, vi ricordate di quel tipo che aveva l’ abitudine di scendervi (scendo in campo) per fare quello che fanno o faranno a Montecatini. Anche questa non è una novità. Io? Io speriamo che mela cavo con la lotta di classe e il Partito Rivoluzionario. Ciao Natale , sei simpatico . Gaetano

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