Rifondazione: Ferrero rilancia il polo alternativo
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Montecatini Terme – A poche ore dall’inizio del XII Congresso di Rifondazione Comunista, che si apre oggi a Montecatini Terme (Pistoia), Paolo Ferrero, ex segretario e leader dell’opposizione al segretario uscente Maurizio Acerbo, cerca di convincere i delegati indecisi per ottenere la maggioranza nel partito, distante solo poche decine di voti.
Secondo i suoi avversari, sostenitori del documento n. 1, la scelta sarebbe tra «una via giusta ma impossibile e una sbagliata ma obbligata», afferma Ferrero.
Tuttavia, per lui «riproporre, in nome dell’antifascismo, il dialogo con i liberisti guerrafondai, sperando di poterli redimere, è peggio di un errore politico».
L’ex leader ed ex ministro è convinto che si stia aprendo «uno spazio per una diversa offerta politica, difficilmente egemonizzabile da governo e PD, che verrà occupato: il punto è se noi comunisti saremo protagonisti di questa costruzione oppure no. La costruzione del terzo polo in Italia ci sarà, con o senza i comunisti».
Ferrero avverte chi guarda con favore al documento di Acerbo: «L’abbandono della prospettiva del terzo polo rischia di tradursi in un paio di candidature ben posizionate in una lista di centrosinistra alle prossime elezioni politiche. Altro che rilanciare il partito: tentare, senza forza, di occupare uno spazio politico già presidiato da Sinistra Italiana e Conte porta alla dissoluzione del partito, non alla sua salvezza».
Ma perché la situazione attuale sarebbe diversa rispetto agli ultimi quindici anni, dal Congresso di Chianciano del 2008 vinto proprio da Ferrero?
«Penso che la guerra stia determinando una condizione nuova», spiega. «Non si tratta di un fenomeno passeggero, ma della realtà in cui faremo politica nei prossimi dieci anni. Ha appena iniziato a causare disastri economici».
Per questo insiste: «L’appoggio alla guerra da parte di centrodestra e centrosinistra diventerà il terreno da cui emergeranno nuove proposte politiche. Non a caso, in Europa stanno nascendo nuove forze politiche – per lo più di destra populista – che si definiscono a partire dall’opposizione alla guerra e alle sanzioni, ritenute la causa principale della crisi».
Ferrero è consapevole che la sua proposta divide un partito desideroso di tornare a contare nella “stanza dei bottoni” del governo. Dei due documenti a confronto, il primo, con Acerbo come primo firmatario, ha ottenuto 2.689 voti (50,66%), mentre il secondo, firmato da Valeria Allocati e sostenuto da Ferrero, ha raccolto 2.619 voti (49,34%) nella fase di dibattito nei circoli di base del partito.
«Il Congresso si concluderà con una differenza di voti minima. Molti compagni e compagne temono possibili rotture. È necessario trovare una strada per evitare che le divisioni politiche portino a nuove spaccature», afferma Ferrero, temendo una nuova “Chianciano”, quando, nel 2008, Nichi Vendola, sconfitto proprio da lui, lasciò il partito e fondò Sinistra Ecologia e Libertà.
Per evitare una scissione, avverte, bisogna «superare la cattiva abitudine di considerarsi padroni del partito per pochi voti di differenza, gridando alla lesa maestà quando si viene contestati o, peggio ancora, usando metodi burocratici per forzare la dialettica democratica».
Da parte sua, Ferrero assicura il proprio impegno: «Resterò nel partito e non favorirò alcuna scissione, anche nel caso in cui la linea politica del Documento 2 dovesse uscire sconfitta dal congresso».
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I liberali odierni dovrebbero rileggere la storia e notare che furono i lib e compagnia ad aver conferito poteri ai nazi ed ai fasci per tenere buona la popolazione a suon di mazzate. Colpevoli di voler diritti e tutele.
Di sicuro un terzo polo non potrebbe avere una maggioranza netta del parlamento, e bisognerà poi valutare con chi formare un governo stabile.
Perciò coi lib sarà da scendere a compromessi purtroppo.
Però c’è da tirarsi su le maniche, perché ci sono movimenti come il drin drin che si stanno muovendo bene, e bisogna far in maniera analoga.
E può essere che loro creino un terzo polo forte prima di altri.
Esempio essere più razionali e non dogmatici, ed affrontare le problematiche proponendo manovre attuabili che abbiano un senso.
Ma non su 4 temi, ma su una miriade di temi, tale per cui se si ottenesse una poltrona rispetto ad una altra si ha già un qualcosa di strutturato da cui partire.
E di certo votare un partito che si presenta con: si vedrà, abbi fede.
Oppure : tocchiamo li e li e li, così così, perché ecc, rischi benefici.
Fa tanta differenza.
Per “Terzo Polo” non si intende quello di Renzi & co. Ma quello anti-sistema, e, si spera, comunista. Sono convinto che un “movimento” senza ideali è una presa in giro, caro Alessandro. Il legame diventa il potere, la poltrona, non il progetto.
Natale Salvo mi sei simpatico per due motivi,il primo perché sei figlio del Gattopardo e io lo sono , con tutti i difetti che questo comporta, il secondo perché ti vedo “idealista”, io non lo sono ma tra un idealista e un fancazzista.preferisco il primo. Come ti ho scritto nella mail non sono un insegnante ma un imparante con una buona dose d’ ignoranza, quella sana che stimola. Piccola critica, tu scrivi che un “movimento” senza ideali è una presa in giro. Anche un movimento con gli ideali può essere una presa in giro o anche peggio. Pensi che gli integralisti di qualsiasi religione non abbiano ideali? Quanti ne conosci di questi soggetti che si inchinano al loro Dio e praticano il più bieco razzismo verso altri uomini per motivi di pelle, razza e religione? Certo ci sono i professionisti del razzismo che ci lucrano in vari modi . Ma la stragrande maggioranza sono idealisti e razzisti convinti. E non c’è contraddizione nelle loro teste. Io sono un antifascista alla Bordiga e cioè sono convinto che il danno maggiore fatto dai fascisti è l’ antifascismo. Mi spiego. L’ antifascismo contemporaneo e la giustificazione di tutto e del suo contrario. Io sono antifascista conseguente ,lo sono perché il fascismo è una faccia della medaglia capitalista. Non sono quindi antifascista per idealismo ma per sostanza. Scusami se ti sono sembrato saccente ma le cose peggiori l’ umanità le fa a fin di bene, per un ideale appunto. Naturalmente non tutto l’ ideale viene per nuocere . Bisogna imparare a discernere.