Riforma Prescrizione: E’ incostituzionale per le opposizioni
« Nel tempo l’esigenza di affermare la responsabilità penale si va affievolendo, perché la gravità, la rilevanza dei fatti perdono significato, perché, dopo vent’anni, un uomo è un’altra persona, ha un’altra vita, può aver avuto figli, aver trovato un lavoro, essere deceduto, aver fatto scelte diverse ».
Così, con con queste parole, Federico CONTE (Liberi e Uguali) ha tranciato il dibattito sul prolungamento sine die della prescrizione dei reati proposto dal Governo e in corso alla Camera della Deputati. In particolare, ci si riferisce al dibattito di martedì 20 novembre. Anche l’eventuale condanna di un colpevole a notevole distanza di tempo dalla commissione del reato – sostiene in definitiva – non rappresenta l’aver fatto giustizia, né per la vittima, né per l’imputato stesso.
In un’Aula, dove si rileva il silenzio assordante dei deputati della Lega, quelli del Partito Democratico e, soprattutto, di Forza Italia demoliscono altrimenti la relazione del ministro della giustizia Alfonso BONAFEDE (M5S).
Prescrizione nei processi penali: un problema che esiste
Enrico COSTA (Forza Italia) informa sul dato statistico allarmante che, indubbiamente va affrontato: « le prescrizioni ogni anno sono oltre un milione ».
[In realtà “appena” 130.000 annue, pari al 9% dei procedimenti definiti, se si fa fede ai dati del Ministero della Giustizia pubblicati nel 2016, nella ANALISI PRESCRIZIONE, NdR].
Ma sulla soluzione al problema non c’è chiaramente alcuna comunanza di vedute tra maggioranza e opposizione.
Jole SANTELLI (Forza Italia) prova a mettere sull’ironia un argomento serio: « il Ministro ha scoperto una nuova figura, l’ergastolo processuale. Dinanzi alle inefficienze e alle incapacità dello Stato a svolgere un processo in tempi brevi, noi rispondiamo con l’ergastolo processuale: fine processo, mai ».
La proposta, nell’ambito della proposta di legge battezzata anti corruzione dal Movimento Cinque Stelle, viene chiaramente definita da altri deputati, più correttamente, non solo inutile ma anche ingiusta.
Perché è ingiusta lo spiega Franco VAZIO (Partito Democratico): « questa riforma della prescrizione cozza con l’articolo 111 della Costituzione e con l’articolo 6, paragrafo 1, della CEDU, in materia di ragionevole durata del processo ». Il deputato ricorda che quest’affermazione non è sua ma « ce lo ha detto il presidente della Corte di cassazione Mammone, ce lo ha detto il procuratore generale della Cassazione Fuzio », durante le audizioni fatte dalla Commissione.
Prescrizione: la soluzione? Intervenire sugli organici della Magistratura
Perché è inutile lo spiega, invece, Pierantonio ZANETTIN (Forza Italia): « circa il 60 per cento delle prescrizioni maturano in primo grado [qui una completa ANALISI PRESCRIZIONE del Ministero della Giustizia del 2016, NdR], quindi sono fuori dalla portata della riforma proposta [che prevede la sospensione della prescrizione dopo una sentenza di primo grado, NdR]; circa il 50 per cento delle prescrizioni maturano in sole quattro corti di appello: Venezia, Torino, Roma e Napoli ».
[In realtà, dopo Venezia e Torino e prima di Roma e Napoli, nella classifica delle prescrizioni – in termini relativi di percentuale su procedimenti trattati – si trovano le Corti d’Appello di Reggio Calabria e Salerno, come rileva la precedente ANALISI PRESCRIZIONE, NdR]
Da questa considerazione, ZANETTIN individua il vero problema per accelerare i tempi della Giustizia e evitare, di conseguenza, tanto le prescrizioni dei reati quanto processi fiume ingiusti per tutti. « Io credo – sostiene – che veramente il tema della prescrizione si possa risolvere migliorando la organizzazione dei magistrati sul territorio ».
Gli fanno eco un po’ tutti gli altri.
La strada da seguire è quella di « assumere dei cancellieri e andare avanti con l’informatica », per Andrea ORLANDO (Partito Democratico).
« Chiedo per quale motivo non avete assunto cancellieri, per quale motivo non avete assunto funzionari, per quale motivo non avete indetto concorsi per assumere nuovi magistrati, perché non avete introdotto un principio per il quale se un funzionario o un cancelliere o un ufficiale sbaglia la notifica ne risponde », domanda Galeazzo BIGNAMI (Forza Italia). Che conclude: « Vi chiedo, quindi, per quale motivo avete agito sull’effetto e non sulla causa di questo malessere » della eccessiva durata dei processi.
Prescrizione: anche la Magistratura ha delle responsabilità?
Da qui è un proseguo di accuse, neanche tanto velate, anche nei confronti anche della stessa Magistratura. Molte prescrizioni avvengono direttamente « durante le indagini preliminari », svelano Enrico COSTA e Giusi BARTOLOZZI (Forza Italia). In proposito, occorre quindi « introdurre termini perentori per le Procure che, per ora, hanno solo termini ordinatori », per Maria Carolina VARCHI (Fratelli d’Italia). Occorre dare ai PM « degli orari » di lavoro, per Manuela GAGLIARDI (Forza Italia).
[In realtà, se è vero che, in termini assoluti, il maggior numero di prescrizioni avviene in fase di “indagini preliminare” e quindi è da addebitare ai Pubblici Ministeri – circa 78.000 annui; se l’esame si sposta sulla percentuale dei procedimenti trattati, si scopre – dalla ANALISI PRESCRIZIONE – che il collo di bottiglia è rappresentato dalla Corte d’Appello che manda in prescrizione il 23% dei procedimenti trattati, NdR]
Riforma Prescrizione: non tutti gli imputati sono colpevoli!
Il dibattito nell’Aula della Camera dei Deputati si conclude con due interventi che fanno riflettere.
Salvatore CAIATA (MAIE) accusa il Ministero BONAFEDE di aver scritto la riforma della prescrizione con « l’idea, forse, che l’imputato è solo ed esclusivamente colpevole e, quindi, vada perseguitato per anni o all’infinito ». CAIATA, invece, esprime di soffrire « l’ansia dell’idea di un cittadino innocente che possa essere tenuto in giudizio per un numero infinito di anni ».
Gli fa eco Giorgio MULE’ (FI): « ricordo che, dal 1992, 25 mila cittadini italiani – 25 mila! – hanno avuto risarcimenti per ingiusta detenzione, sono quelli che volete tenere a bagnomaria, senza mai dare loro giustizia, con questa riforma che bestemmia la Costituzione ».
[Mulè non accenna, poi, al tema dei risarcimenti ex-legge Pinto che spetterebbero a chi subisce un processo di durata non “ragionevole”, NdR]
Non è d’accordo Francesco FORCINITI (M5S), che dichiara: « Se lo Stato spende tempo e risorse per fare indagini, ascoltare testimoni, istruire un dibattimento, arrivare a una sentenza di primo grado, poi è totalmente illogico fermarsi, perché a quel punto bisogna dare una risposta alle vittime di quei reati, bisogna restituire credibilità al Paese, certezza del diritto e certezza della pena ».
Ma Felice Maurizio D’ETTORE (Forza Italia) replica: « la prescrizione è un istituto giuridico che fa parte della tradizione giuridica di tutti gli Stati europei, in particolare, quelli delle democrazie occidentali ».
Un muro contro muro culturale che non si può chiudere solo con un voto in Aula.
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