San Berillo: assemblea contro sgomberi razzisti
Catania – « Discutiamo assieme di come fermare il razzismo di stato, di come opporci all’espulsione delle comunità migranti dal quartiere di San Berillo ed allo sgombero degli spazi sociali cittadini » [1]. E’ l’invito lanciato dall’associazione Officina Rebelde per un’assemblea di quartiere il prossimo 20 gennaio in via Carro, assemblea che sarà pure un momento di convivialità, di pranzo collettivo.
Al centro della discussione i progetti del Comune di Catania che coinvolgono San Berillo, un quartiere antico e centrale di Catania.
Catania: a San Berillo s’avvia una riqualificazione di classe
L’ennesima “riqualificazione” [2], volta a spendere in qualche maniera i fondi del PNRR che, però, non tiene conto che qui vive la componente storica dei/delle sexy workers e, da una decina d’anni, anche, la comunità senegale e gambiana del capoluogo siciliano e dei servizi che necessiterebbero loro ( consultori, spazi per chi possa offrire servizi legali o corsi di lingua italiana, dormitori, etc ).
L’ennesima “riqualificazione”, invece, che guarda al quartiere come un luogo destinato ad accogliere nuovi e turisti o avventori / consumatori nei locali della ristorazione.
La Officina Rebelde contesta questa “turistizzazione” del centro. « In questi mesi – aggiungono gli attivisti – il quartiere di San Berillo è stato oggetto di una intensa attività repressiva che ha colpito soprattutto la componente migrante ». Ma non solo: c’è stato, aggiungono, « lo sgombero del consultorio “Mi Cuerpo Es Mio” [5 dicembre, contro la quale si è svolto il presidio nella foto di apertura NdR] e le minacce ad altri spazi sociali cittadini, come Palestra Lupo ».
Officina Rebelde accusa: si vuole una “sostituzione etnica”
Tutto fa presupporre un collegamento, certamente alla generale indicazione del governo razzista e quindi al « contesto nazionale di vera e propria “caccia al nero” » ma anche, probabilmente, per volontà dell’amministrazione comunale di destra guidata da Enrico Trantino – eletto a giugno assieme ad una maggioranza “bulgara” di 30 consiglieri su 36 – di allontanare dal quartiere centrale verso le periferie i migranti e chi vive di espedienti.
Il progetto dell’amministrazione di destra di Catania, insomma, è quello di una vera e propria … “sostituzione etnica”. Progetto, per la verità, perseguito un po’ in tutt’Italia, perfino a Monza.
Una riprova, ricorda Officina Rebelde, è quanto è successo in ottobre: « lo sgombero di alcune baracche e di alcuni chioschi abusivi costruiti dai senzatetto che frequentano il quartiere » [ vedi foto sotto, NdR ] col seguito di « condurre in questura per accertamenti alcune persone del quartiere giudicate “clandestine” dalle leggi di questo paese » [3].
Tornando all’assemblea di quartiere del prossimo giorno venti, nell’occasione, ma come ha già fatto nei mesi scorsi [ vedi foto sotto, NdR ], la Gambian Youth Association di Catania ha indetto una “giornata ecologica” e si prenderà cura della pulizia di San Berillo per « spingere il livello igienico-sanitario fisicamente, socialmente e intellettualmente ».
Unisciti alla conversazione …
Hai idee o esperienze da condividere su questo argomento? Il tuo punto di vista è unico e importante. Condividilo nell’area commenti più giù e aiutaci a vedere le cose da una nuova angolazione.
—
Fonti e Note:
Credits: foto da pagina Facebook di Gambian Youth Association di Catania.
[1] Attoppa, “Appuntamento antirazzista a San Berillo”.
[2] Nel 1957 si “sventrò” il quartiere e causò il trasferimento forzato di trentamila abitanti a San Leone ( ora soprannominato San Berillo Nuovo ). Questa volta sono previsti solo dei ritocchi estetici ( pista ciclabile, piantumazione di alberi, spazi pubblici con panchine, nuova illuminazione ) per rendere l’area attraente per i turisti. E, ovviamente, le onnipresenti telecamere di sorveglianza.
[3] Officina Rebelde, 21 ottobre 2023, “L’ennesimo blitz a San Berillo e la solita passerella”.
Commenti più recenti