Spreco Alimentare: il 14% produzione finisce tra i rifiuti
Le risorse prodotte sarebbero sufficienti a sfamare quasi il doppio della popolazione mondiale. Tuttavia, una buona fetta della popolazione vive nella povertà e nella miseria.
« Com’è possibile questo? Il problema non è la mancanza di risorse a disposizione, ma il loro spreco. Infatti, secondo i dati della FAO (Food and Agriculture Organization of the United Nations), circa un 14% del cibo prodotto in tutto il mondo va perso ogni anno ».
La denuncia è del Dipartimento Ambiente della FGCI, l’organizzazione dei giovani comunisti.
« Il problema alimentare non è la mancanza di materie prime, che sono quasi il doppio di quelle necessarie, bensì chi le gestisce: sono le multinazionali a gestirle, che inducono l’opinione pubblica a pensare che non ce ne siano abbastanza per tutti, con il solo obiettivo di guadagnare di più », proseguono in un comunicato.
Anche se esistono delle “isole” di recupero degli sprechi che consentono una redistribuzione tra i poveri: c’è l’esempio di Anderlecht, in Belgio, ad esempio.
Il fenomeno dello spreco alimentare s’intreccia con quello dell’inquinamento ambientale; aggiunge la FGCI: « il Food Waste Index Report dell’UNEP del 2021 stima che circa l’8-10% delle emissioni di gas sono dovute alla produzione di cibo che poi non viene consumato [ma] buttato ».
La soluzione, però, è … dietro l’angolo, ma in un mondo non liberista ovviamente: « urge una riduzione degli sprechi, non soltanto da parte dei singoli individui quanto – soprattutto – da parte dell’intero sistema di produzione, che lo Stato dovrebbe controllare attraverso una ridistribuzione delle risorse manovrata non dagli interessi delle multinazionali e dal profitto, ma dai bisogni dei cittadini ».
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Fonti e Note:
[1] La FGCI, 10 agosto 2023, “Lo spreco delle risorse: un’emergenza che riguarda tutti”.
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