Torino: no ai voti a scuola. Ed è polemica!
« Da papà non sono assolutamente d’accordo con questa prof! Togliere il merito e appiattire non fa il bene dei ragazzi, che non possono essere viziati e promossi a prescindere da studio e impegno » [1], con queste parole Matteo Salvini boccia l’abolizione del voto a scuola .
Strana la polemica: il ministro competente per materia, quello della Pubblica Istruzione Valditara, non interviene e allora è Matteo Salvini, il capo del partito xenofobo e razzista della Lega Nord ad intervenire, “da papà”, sull’esperimento intrapreso da una classe di un liceo scientifico di Torino.
Alla sua valutazione “da papà” non è interessato nessuno, ma tant’è la stampa del regime non esita a riportare quanto dal signore pubblicato sui social.
Torino: come e perchè è nato l’esperimento contro i voti a scuola
Cosa è successo a Torino? E’ stato « introdotto un metodo didattico innovativo, esente da valutazioni numeriche », ci spiega Orizzonte Scuola [1]. Un metodo che, benché sperimentale e limitato, aggiunge il giornale di settore, « sta sollevando un dibattito nazionale sulla validità e l’efficacia di tali metodi educativi ».
« Da un lato, queste valutazioni sono viste come un mezzo per promuovere il merito e l’impegno degli studenti, come sottolineato da Salvini. Dall’altro, alcuni pedagogisti sostengono che un approccio meno incentrato sui voti potrebbe favorire un apprendimento più profondo e meno ansioso », spiega Orizzonte Scuola.
« I voti appiattiscono tutto. Un 7 preso da uno studente con difficoltà non vale quanto quello preso da chi è in posizione privilegiata », spiega la docente del progetto a Tecnica della Scuola [2]. Naturalmente, « a fine anno la mia classe vedrà trasformata la valutazione formativa in numeri, secondo una tabella ben precisa », chiarisce.
Intrapreso a settembre, il progetto coinvolge una classe di prima superiore e si estenderà fino a giugno. Oltre alla docente di geostoria, promotrice dell’iniziativa, partecipano anche insegnanti di scienze, inglese e sostegno.
I motivi della sperimentazione?
Spiega l’insegnante: « stiamo vivendo una commercializzazione del voto, una corsa al 10. Sento spesso genitori chiedere ai figli perché abbiano preso ‘solo’ 9. Ci sono ragazzi che piangono per un 7. Il problema è che le famiglie pensano che i voti siano segno della loro capacità genitoriale ». Tutto ciò aumenterebbe l’ansia tra gli studenti, temendo di deludere le aspettative familiari.
Insomma un problema chiaro di ordine sociologico, psicologico e pedagogico che a Torino ha trovato qualcuno col coraggio di affrontarlo, anche a costo delle polemiche.
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Fonti e Note:
[1] Orizzonte Scuola, 24 novembre 2023, “Scuola senza voti, tuona Salvini: Non sono d’accordo, togliere il merito non fa bene ai ragazzi, così sono viziati”.
[2] Tecnica della Scuola, 24 novembre 2023, “Voti scuola, una prof li elimina: Sono generatori d’ansia, le famiglie pensano siano segni della loro capacità genitoriale”.
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