Ucraina /1, Draghi: Dalla Russia attacco all’ordine internazionale

Mario_Draghi

« Negli ultimi decenni molti si erano illusi che la guerra non avrebbe più trovato spazio in Europa: […] le immagini che ci arrivano da Kiev, Kharkiv, Mariupol e dalle altre città dell’Ucraina in lotta per la libertà dell’Europa segnano la fine di queste illusioni ».

Stamani alle 10, intervenendo al Senato, il capo del regime Mario Draghi è intervenuto in maniera particolarmente scenografica in merito alla guerra in corso tra Russia e Ucraina.

Secondo Draghi, per la guerra, c’è un solo colpevole: la Russia.

« L’aggressione premeditata della Russia è immotivata », ha sostenuto.

Soprattutto, per il capo del regime, si tratta di « un attacco e all’ordine internazionale », quello costruito dagli Stati Uniti e dai servi della Nato ovviamente. Quello che non ammette che la Russia si svegli dal proprio “sonno”, ma ammette che:

  • l’Arabia Saudita bombardi lo Yemen,
  • Israele e Turchia bombardino Iraq o Siria,
  • Ancora Israele stringa nella fame la Palestina, come ha denunciato pure Amnesty International,
  • che ci sia una guerra fratricida tra Etiopia e Tigray.

Nessuno spazio alla trattativa, alle richieste del presidente russo Putin. Draghi, nel suo discorso, bolla come:

  • illegale l’annessione russa della Crimea,
  • e illegittimo sostegno finanziario e militare alle forze separatiste nel Donbass.

Dopo queste parole, sembrano una battuta senza credibilità le ultime parole di Mario Draghi: « è essenziale mantenere aperta la via del dialogo con Mosca ».

Il parlamento italiano vuole la guerra. E la retorica di Draghi, e dei senatori poi intervenuti, sembra quella di Benito Mussolini all’annuncio della discesa in guerra contro la Francia.

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Natale Salvo

Nato e cresciuto nella terra del “Gattopardo”, la Sicilia. Ha dedicato la propria esistenza all'impegno sociale. Allenatore di una squadretta di calcio di periferia, presidente del circolo di Legambiente, candidato sindaco per il Partito Umanista. Infine blogger d’inchiesta; ha pagato le sue denunce di cattiva amministrazione con una persecuzione per via giudiziaria. E' autore del libro "La rivoluzione copernicana chiamata Reddito di Base", edito da Multimage, Firenze.

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