Ultim’ora : il nemico non è più il coronavirus, ma la libertà di informazione
Si diffonde il coronavirus SARS-Cov-2 e il terrore dilaga tra la gente, per grave colpa di taluni politici incompetenti ai posti di governo e dei mass-media impegnati nell’affannosa ricerca di scoop forgiati come specchietti per le allodole e di tante letture da vendere all’inserzionista pubblicitario.
Come sempre in questi casi, quando la politica brancola nel buio e non sa individuare la soluzione al problema, occorre distrarre l’attenzione pubblica !
Per fare ciò, com’è noto, occorre individuare un nuovo nemico che, per questa volta, è stato prontamente individuato tra le cosiddette Fake News.
Attenzione sempre però, perché contro le Fake News dobbiamo stare vigili, ovviamentemente. Il vero problema è saperle individuare, perché spesso si annidano le molteplici dichiarazioni dei grandi personaggi politici istituzionali, dei loro figliocci-influencer e negli scritti di certi giornalisti sui giornali e sulle TV ufficiali.
L’ex DS : affidarsi solo a quel che dicono le Istituzioni e i Giornali !
Il sottosegretario all’editoria Andrea Martella, tessera comunista sbiadita in tasca (ex DS oggi PD, domani non so !), ha la soluzione facile in tasca, tale da diffonderla urbi et orbi in una recente intervista rilasciata ad un sito web che si chiama, guarda caso la coincidenza, “articolo 21”.
Il cittadino, secondo l’homus politicus, deve esclusivamente « affidarsi alle :
- testate giornalistiche accreditate;
- fonti istituzionali ».
Martella, che di professione fa il dirigente di partito e il cui titolo di studio è quello della laurea in lettere e filosofia, esplicita il suo pensiero : « Se per curarsi bisogna rivolgersi ai medici, per avere notizie vere e bussole precise bisogna rivolgersi ai professionisti dell’informazione ».
Anche per la grillina i tuttologi non devono parlare; lei ovviamente sì.
Una frase del genere l’ho già sentita dalla bocca di una esponente grillina che siede sui banchi del consiglio comunale della mia città:
A lei così risposi :
- Tu, cara che fai il consigliere comunale, in cosa sei esperta ?
- A che titolo parli in Consiglio ?
- Mi sembra che fai la tuttologa dato che ti intendi sia di merendine (sei un biologo nutrizionista?) e sia di potatura di alberi (sei un agronomo?).
L’articolo 21 della Costituzione, per costoro, vale solo per l’ambito dei parenti e dei bar. Solo lì, forse, sarebbe consentito il diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, con gli scritti ed con ogni altro mezzo di diffusione delle proprie opinioni.
Se così fosse, probabilmente, il seguente secondo paragrafo del testo costituzionale andrebbe al più presto abrogato : « la stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censura ».
Se ciò, in astratto, accadrà, allora sarà necessario prima essere « accreditati » dal regime al potere o dalle sue propaggini corporative.
Rafforzare la Polizia Postale e nuove e più forti sanzioni contro i non accreditati a pensare dal regime
Martella ribadisce nell’intervista come occorra « studiare seriamente un’iniziativa istituzionale, forse anche un meccanismo sanzionatorio più efficace per evitare il diffondersi delle fake news ».
Naturalmente, non servirà un Giudice per stabilire quale sia una Fake o una notizia vera, perché sarà sufficiente verificare se l’informazione viene pubblicata da un giornale « accreditato » o meno, e soprattutto, che la fonte sia « istituzionale ».
Naturalmente il sottosegretario ha subito pronti i proverbiali “barba, capelli e shampoo” per fare “novi-novi” coloro non si atterranno alle nuove (?) regole.
« Ciò significa – sostiene – rafforzare il già importante ruolo della Polizia postale nell’individuazione delle “fonti tossiche”. I responsabili di questa informazione nociva devono sapere che, a fronte di un danno procurato alla comunità, corrisponde un dazio certo da pagare ».
Per la verità l’articolo del Codice Penale già esiste, è il 656, e prevede la punibilità, con 309 euro di multa o 3 mesi di reclusione contro chi pubblica notizie « atte a turbare l’ordine pubblico »; un articolo che si presta già ora a qualunque arbitrio. Ma, per il sottosegretario, sembra che non basti !
L’obiettivo del regime è, a questo punto, chiaro. Impedire che un partito, un movimento, un gruppo, un individuo che non è presente nelle istituzioni possa « strappare l’opinione pubblica da quel legame fiduciario che stiamo costruendo » per legarlo al medesimo regime. Insomma deve albergare solo il pensiero unico ubbidiente al regime !
Oh, perdincibacco !
L’AGCM invita a cancellare news “non corrette” (e chi lo stabisce se sono “corrette”?)
E, zitto zitto, il governo e le sue propalazioni si stanno incamminando su questa strada.
E’ di pochi giorni orsono, cioè del 19 marzo 2020, un comunicato stampa dell’AGCOM, acronimo di Autorità Garante per le Comunicazioni.
L’ultimo paragrafo così recita : « Per contrastare la diffusione di informazioni false o comunque non corrette, l’Autorità ha invitato i fornitori di piattaforme di condivisione di video ad adottare ogni misura volta a contrastare la diffusione in rete, e in particolare sui social media, di informazioni relative al coronavirus non corrette o comunque diffuse da fonti non scientificamente accreditate » [1].
In parole povere, YouTube e Facebook dovrebbero – interpretando la voluntas dell’AGCOM – impedire la pubblicazione di video d’informazione che non provengano da « fonti scientificamente accreditate ».
Ancora più preciso il precedente paragrafo : « tutti i fornitori di servizi di media audiovisivi e radiofonici […] sul tema del “coronavirus covid-19”, garantiscano la presenza [solo, NdR] di autorevoli esperti del mondo della scienza e della medicina ».
Chiaramente quale sia l’esperto « autorevole » lo può stabilire solo il regime.
Il cittadino, insomma, è assimilato ad un incapace di discernere e l’opinione dei non scienziati non ha diritto di esistere, come a dire che non ha diritto di persistere la libertà statuita l’articolo 21 della Costituzione !
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Note :
[1] Interessante rilevare che durante l’ultima esercitazione mondiale anti-pandemia denominata Event 201 dell’ottobre 2019 e promossa, tra gli altri dalla Fondazione Bill & Melinda Gates, sia stata definita la seguente Raccomandazione 7 : « Governments and the private sector should assign a greater priority to developing methods to combat mis- and disinformation prior to the next pandemic response. Governments will need to partner with traditional and social media companies to research and develop nimble approaches to countering misinformation. This will require developing the ability to flood media with fast, accurate, and consistent information ».
Ovvero : « I governi e il settore privato dovrebbero assegnare una maggiore priorità allo sviluppo di metodi per combattere la cattiva informazione e la disinformazione prima della prossima risposta alla pandemia. I governi dovranno collaborare con le aziende dei media tradizionali e dei social media per ricercare e sviluppare approcci AGILI per contrastare la disinformazione. Ciò richiederà lo sviluppo della capacità di INONDARE i media con informazioni rapide, accurate e coerenti ».
Sembra che tale raccomandazione 7 sia in corso d’implementazione in Italia. Le dichiarazioni di Andrea Martella, il comunicato AGCOM, e la nascita dell’associazione Patto per la Scienza – giugno 2019 -, le sue azioni giudiziarie, sembrano confermarlo.
Credits : Photo by Rehan Syed on Unsplash
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