Val di Susa: ripartono proteste No Tav
Il grido “No Tav” ha di nuovo squarciato il silenzio in Val di Susa.
« Sabato, in 7.000, nonostante un tempo incerto, hanno infilato scarpe e scarponi per lasciare le tende del campeggio “Weekend Alta Felicità” alla volta del cantiere della nuova Torino-Lione ».
E’ quanto s’apprende dal sito del movimento No Tav [1].
Raccontano gli attivisti: « un lungo serpentone ha iniziato dalle 14:30 a snodarsi dalle strade di Venaus, composto dai tantissimi che hanno voluto vedere con i propri occhi il mostro che ha cominciato a mangiare alberi e torrenti della Val Clarea ».
La stampa filo regime da voce alla questura e non ai manifestanti
L’ANSA, un’agenzia di stampa autorizzata dallo stato, da così la notizia:
- « circa 300 attivisti, travisati, hanno reciso in diversi punti la concertina [i recinti di filo spinato, NdR] utilizzando delle cesoie, nello stesso momento 300 individui, servendosi dei sentieri alti, hanno raggiunto la recinzione dove hanno sferrato l’attacco, lanciando pietre, fumogeni e bombe carta “di elevato potenziale”» [2].
Gli attivisti No Tav quindi lamentano che « gli agenti, ne sono stati inviati quasi 10.000 nel solo mese di luglio, hanno gasato i manifestanti confermando il loro ruolo di forze di sicurezza private pagate dallo stato per garantire la tranquillità di qualche multinazionale del cemento ».
« Le questioni sociali sono trattate come materia di ordine pubblico e l’esercito viene regolarmente schierato contro la popolazione civile », lamentano ancora i No Tav [3].
Anche qui l’ANSA, evidentemente non presente sul posto con dei giornalisti e limitandosi a copiare le veline della questura, precisa che « gli antagonisti sono stati respinti dalle forze dell’ordine mediante “l’utilizzo calibrato” di lacrimogeni ».
La questura lamenta pure che, nella “difesa” del cantiere della Torino-Lione in Val di Susa, « due poliziotti sono rimasti feriti ». Forse incespicando nei sentieri, atteso che non risultano scontri tra le forze dello stato e i cittadini.
I mercenari non fermano i no tav che sono entrati nel cantiere
La manifestazione si è conclusa con un gesto simbolico: « un terzo gruppo di No Tav, scendendo dai boschi, è riuscito ad entrare all’interno del cantiere nei pressi dell’area archeologica di Chiomonte tagliando le reti e mettendo fuori uso una jeep lince dell’esercito. Tante azioni che dimostrano che nulla può un esercito mercenario e spaesato contro la determinazione e la conoscenza del territorio di chi è radicato in questa valle ».
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Fonti e Note:
[1] No Tav, 31 luglio 2021, “Non bastano 10.000 agenti per fermare i No Tav”.
[2] Ansa, 31 luglio 2021, “Tensioni No Tav in Val Susa, feriti due poliziotti”.
[3] No Tav, 29 luglio 2021, “Valsusa, estate 2021: lo Stato italiano schiera 10.000 agenti contro i No Tav”.
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