Angelucci (Il Giornale) vorrebbe comprarsi anche l’AGI
Il pluralismo e l’indipendenza dell’informazione, già quasi inesistenti in Italia, rischiano di essere ancor più ristretti. Un altro media, l’agenzia di stampa AGI, di proprietà dell’ENI ( e quindi al 30% dello stato ) potrebbe a breve passare di proprietà.
Secondo “voci”, l’agenzia è finita nelle mire del senatore della Lega Nord Antonio Angelucci. L’ex commesso di farmacia e poi barrelliere in ospedale poi divenuto proprietario della Ospedale San Raffaele di Milano già possiede i quotidiani Libero, il Giornale e il Tempo media ad orientamento conservatore.
Il Comitato di Redazione dell’agenzia di stampa ha risposto alle indiscrezioni con un’azione di sciopero. L’ultimo proclamato ieri per la durata di due giorni.
L’azienda intanto ha fornito una smentita che è una conferma: « Eni S.p.A. ha ricevuto una manifestazione non vincolante di interesse non sollecitata da parte di un soggetto interessato ad AGI Spa i cui contenuti sono soggetti a impegni di riservatezza. A tale manifestazione è seguita una interlocuzione preliminare. A oggi non c’è un negoziato in corso e pertanto non è stato sottoscritto alcun accordo di vendita » [1].
Da parte propria, il Comitato di Redazione dell’agenzia di stampa AGI ha così replicato: « l’Eni negli anni si è dimostrato editore capace di salvaguardare i livelli occupazionali e di garantire sempre l’indipendenza e l’autonomia dei giornalisti, tutti elementi che sarebbero fortemente a rischio nello scenario prospettato di vendita al gruppo editoriale Angelucci. In questa possibile compravendita riteniamo sia in gioco la garanzia del pluralismo dell’informazione del paese: un’agenzia di stampa, fonte primaria di informazione, è infatti per sua natura pluralista e imparziale » [2].
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Fonti e Note:
[1] AGI, 26 marzo 2024, “ Il sito dell’AGI non è aggiornato per uno sciopero dei giornalisti”.
[2] Domani, 20 marzo 2024, “Il comitato di redazione dell’Agi proclama due giorni di sciopero”.
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