Intolleranza: vale la regola del Marchese del Grillo
Bandire l’intolleranza: è quanto chiede pubblicamente il signor Sergio Mattarella in merito ai presunti ostacoli che sarebbero stati posti alla presenza del direttore del quotidiano Repubblica Maurizio Molinari presso l’università di Napoli [1].
Un siciliano risponderebbe “u pesce fete da testa”; ovvero il cattivo esempio dei personaggi più noti non può che creare effetti deprecabili.
E gli esempi di intolleranza da parte dei rappresentanti delle istituzioni repubblicane sono innumerevoli.
Basterebbe citare quelli del recente caso della scuola di Pioltello dove il disprezzo verso la decisione del Collegio dei docenti di concedere un giorno di vacanza agli alunni in occasione della festa di fine Ramadan ha causato un vespaio di polemiche da parte di esponenti della maggioranza di governo figlie dell’intolleranza religiosa e, in particolare, chiaro sintomo di islamofobia.
Su Pressenza, Guido Viale, giornalista e scrittore conferma che « un clima di intolleranza si è andato sviluppando nel corso degli ultimi anni, a partire dai media: giornali, tv e social ».
Viale cita tre esempi di intolleranza, casi cui tuttavia lo stesso Mattarella non sembra abbia prestato la propria attenzione:
- quello della guerra in Ucraina, nei confronti della quale accade che viene « tacciato di “putiniano” chi non è d’accordo con la prospettiva di una guerra a oltranza, fino alla “vittoria”, cioè alla dissoluzione della Federazione Russa »;
- quello della guerra di sterminio a Gaza messa in atto dall’esercito dello stato di Israele. In tal caso, « chi lo denuncia sta con Hamas! »;
- infine, in caso in cui « intellighenzia, politica e media si sono alleati per mettere al bando tutti i critici dei nuovi vaccini – fossero no-vax o no – e delle misure complementari: mascherine, green pass, chiusura delle scuole, divieto di passeggiare, ecc. ».
In tal ultimo caso, scrive Guido Viale, « quelle critiche non andavano nemmeno ascoltate e meno che mai prese in considerazione. Bastava, anzi era d’obbligo, lanciare invettive contro i loro autori » [ e Viale su Pressenza ne ricorda alcune tra le più bieche, NdR ].
Tra gli intolleranti, in tal caso, c’era forse anche il signor Sergio Mattarella che dichiarò che fosse stato « dato uno sproporzionato risalto mediatico » [3] ai cosiddetti “no-vax” [ inteso troppo spazio sui media, NdR], in altre parole ai cittadini che erano critici rispetto ai provvedimenti restrittivi della libertà durante l’emergenza covid-19.
Poco importante, conclude Viale, che quei “critici”, quei no-vax”, avessero ragione: le misure criticate « oggi, una ad una, vengono riconosciute come inutili, controproducenti e per lo più dannose ».
E poco importa, continua, che, parlando della guerra tra Nato e Russia in Ucraina, « l’oltranzismo sta andando a finire o con l’atomica, o con la morte in trincea di tutti gli abitanti dell’Ucraina ancora in grado di combattere ».
Ciò che conta è che le istituzioni, e personaggi della politica, debbano essere gli unici che possono essere “legittimamente” … intolleranti.
Un po’ come sosteneva il Marchese del Grillo … “io so io e non non siete un cazzo”.
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Fonte e Note:
[1] Ansa, 15 marzo 2024, “ Mattarella, intolleranza sia bandita dagli Atenei”.
[2] Pressenza, 18 marzo 2024, “Palestina, Ucraina, covid: l’intolleranza viene da lontano”.
[3] Repubblica, 20 dicembre 2021, “Quirinale, l’affondo di Mattarella: Sui media forse troppo spazio ai No Vax”.
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