Unione Popolare non esiste più: sparito il sito web!

Unione Popolare? L’alleanza tra Rifondazione Comunista, Potere al Popolo ed altre forze politiche minori della sinistra che partecipò alle politiche del 2022 raccogliendo l’1,43% ovvero 403.149 voti (escluso Valle d’Aosta, secondo i dati del Ministero degli Interni) è morta.

Lo certificano le parole del segretario di Rifondazione Maurizio Acerbo espresse al Consiglio nazionale del suo partito dello scorso giugno: lì accusa la « chiusura settaria di PAP [ al progetto della lista alle Europee con Michele Santoro, NdR] che ha portato alla crisi e al blocco del progetto di Unione Popolare di cui va preso atto l’oggettivo esaurimento » [1].

L’abbandono del dominio e del sito web di Unione Popolare certifica, inoltre, che la decisione di Maurizio Acerbo ha carattere definitivo. Oggi il sito web di Unione Popolare è rintracciabile solo sul data base di Archive.org.

D’altro canto, un primo segnale era stato rappresentato dalle dimissioni da portavoce di Luigi De Magistris.

Che la scelta di Acerbo non sia condivisa da quasi la metà di quel che resta di Rifondazione è anch’esso chiaro: « non rompere con l’esperienza di Unione Popolare », si legge nel documento della minoranza [2] che è stato però bocciato dal segretario. Da notare che tale documento ha ottenuto 71 voti al Consiglio Nazionale del Partito, contro gli 82 del documento di Acerbo.

Paolo Ferrero, l’ex leader comunista che guida l’area critica, accusa: « Rifondazione, invece di svolgere il proprio ruolo politico, di “fare colla” favorendo la saldatura tra Unione Popolare e lista per la pace, si è sdraiata sull’impostazione di Santoro, determinando in primo luogo la rottura politica di UP ed in secondo luogo una impostazione politica inefficace » [3].

Una scelta, quella di Acerbo di “sposare” Santoro bocciata anche da Sergio Dalmasso, altro dirigente di Rifondazione, che ha sostenuto come essa « ha cancellato qualunque interlocuzione con altre formazioni di sinistra (PCI, SA, PaP…) con cui spesso abbiamo costruito alleanze a livello locale e nazionale » [4].

Per altri, per esempio Dino Greco, « Unione popolare è irrimediabilmente naufragata perché in Pap non è mai venuto meno l’antico obiettivo di liquidare Rifondazione ed ingoiarne un pezzo » [5].

E’ chiaro che i “nodi”, che dividono in due il Partito, si dovranno sciogliere nel prossimo congresso che è previsto per il 10 – 12 gennaio 2025.

In quell’occasione, di fatto, si scontreranno due diverse “visioni”:

  • quella, di fatto, di spostarsi a destra e rientrare nell’alleanza di centro-sinistra col PD per poter superare lo sbarramento ed accedere al Parlamento;
  • l’altra di restare un partito di alternativa al sistema neoliberista vigente (e vincente) e cercare le alleanze a sinistra.

Una scelta, la prima, tuttavia che sarebbe incoerente secondo il dirigente comunista Umberto Spallotta: « Troppe le responsabilità del centrosinistra nell’aprire la strada alla distruzione dei diritti sociali e alle controriforme istituzionali. Marcata la sua estraneità alle classi popolari, al punto che esse per reazione alle politiche neoliberiste portate avanti per decenni dal PD e i suoi cespugli, si sono in parte lasciate sedurre dal populismo di destra » [6].

Il rischio che si prospetta per Rifondazione, insomma, è dell’ennesima scissione. Se ciò non si avvererà è solo perché la “cassa” di Rifondazione ha ancora 27.000 euro ( oltre a 6,3 milioni di euro di valore degli immobili), secondo l’ultimo bilancio. Perché rinunciarci?

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Fonti:

[1] Rifondazione, 29-30 giugno 2024, “Relazione segretario – documento di maggioranza approvato”.

[2] Rifondazione, 29-30 giugno, “Documento di minoranza non approvato”.

[3] Rifondazione, 29-30 giugno, “Intervento Paolo Ferrero”.

[4] Rifondazione, 29-30 giugno, “Intervento Sergio Dalmasso”.

[5] Rifondazione, 29-30 giugno, “Intervento Dino Greco”.

[6] Rifondazione, 29-30 giugno, “Intervento Umberto Spallotta”.

Natale-Salvo-BN

Natale Salvo

Nato e cresciuto nella terra del “Gattopardo”, la Sicilia. Ha dedicato la propria esistenza all'impegno sociale. Allenatore di una squadretta di calcio di periferia, presidente del circolo di Legambiente, candidato sindaco per il Partito Umanista. Infine blogger d’inchiesta; ha pagato le sue denunce di cattiva amministrazione con una persecuzione per via giudiziaria. E' autore del libro "La rivoluzione copernicana chiamata Reddito di Base", edito da Multimage, Firenze.

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