Copywriting : modelli di scrittura per la landing page
“Disegnata” la landing page, diventa fondamentale dotarla di contenuti utili e che attraggano il lettore fino a trasformarlo in cliente : è questo il compito del copywriting, ovvero del professionista che redige i testi.
Esistono diversi modelli per la scrittura della landing page.
Ovviamente tutto, comunque, ruota sulla necessità di fare percepire chiaramente l’esistenza di un beneficio ( proposta di valore ) per il lettore.
Il copywriting conduce dal problema alla soluzione
Quello probabilmente classico è rappresentato dal modello B-A-B, ovvero Before-After-Bridge, nel quale, dapprima, si evidenziano, nell’ordine, la situazione che sta vivendo il potenziale cliente ( problemi, sfide, dubbi, paure ) e la situazione ottimale ( se risolvesse i problemi ), quindi, la soluzione, ovvero il metodo, l’attività, il prodotto, per giungere alla soluzione del problema.
Diverso, ma simile, è il metodo P-A-R ( problema, agita, risolvi ). In questo caso, se la prima e l’ultima fase sono uguali, cambia la fase intermedia : qui si dovrà amplificare il problema, descrivendo le sue implicazioni e conseguenze nel peggiore scenario.
Stimolare l’attenzione e poi il desiderio del lettore
Diametralmente opposto, diciamo più positivo, è invece il modello caratteristiche-vantaggi e benefici. Nella prima fase, in particolare, si descriverà il prodotto, e le sue caratteristiche tecniche distintive rispetto a quello dei concorrenti.
Nel modello A.I.D.A., invece, le fasi che devono susseguirsi nel testo sono quella della cattura dell’attenzione del lettore ( con un qualcosa di choccante o comunque provocante, sollecitando un desiderio, un netto problema ), di fornire informazioni utili, non conosciute, ma d’interesse del lettore, quindi stimolare la curiosità, il desiderio di conoscere il prodotto o il servizio proposto, fino ad indurlo ad agire per saperne di più. Si tratta di un modello che punta molto sulle emozioni.
Un ulteriore modello di copywriting è rappresentato dal modello I.P.P.A., ovvero immagine-promessa-prova-azione.
Si torna ad una forma positiva di testo, nella quale il testo prova prima a descrivere l’immagine di uno scenario ideale per il lettore, quindi si promette che attraverso il nostro prodotto è possibile raggiungere il risultato desiderato. Nella terza parte occorre provare concretamente, in maniera verificabile, che il risultato promesso è raggiungibile col tuo prodotto ( usando, ad esempio casi o con testimonianze ). L’ultimo passaggio del modello invita il lettore all’azione.
Il metodo dei 3 buoni motivi
Altro medodo di copywriting persuasivo è quello detto dei “3 buoni motivi”. L’acquisto è sollecitato spiegando perché il nostro è:
- il migliore prodotto,
- perché si è credibile / affidabile ( indicando fatti, dati, testimonianze a supporto ),
- il prodotto da acquistare in questo momento e non oltre ( per esempio perché c’è in corso un’offerta vantaggiosa in scadenza o comunque inserendo l’elemento scarsità ). Si tratta, evidentemente, di un modello che, per raggiungere il proprio obiettivo, punta sulla psicologia.
Tutti questi metodi possono essere personalizzabili ovvero utilizzati con una “formula” mista che includa elementi di ogni singolo metodo.
Il copywriter, in ogni caso, prima di elaborare un testo, dovrà avere innanzitutto chiaro il target a cui si rivolge al fine di individuare un tono, uno stile di scrittura, adeguato per il pubblico di riferimento. Il testo, quindi, dovrà essere semplice ma non banale.
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Credits : Photo by Luca Onniboni on Unsplash
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